[Alcune considerazioni su...]

(versione stampabile)


SE QUESTO E’ UN GIORNALISTA. GIANLUIGI PARAGONE.

 

Due anni fa io portavo all’Ultima Parola di RAI 2 il messaggio salva nazione e salva vite della Mosler Economics. C’era Mario Monti al governo e il sangue grondava qui da noi. Duecento suicidi di piccoli imprenditori, duecentosessanta, poi trecento. Disoccupazione giovanile al 40%. Licenziati 300 mila, poi 438.000. Fallimenti di aziende e negozi a 274.000 in un anno. Portavo le ricette che oggi anche i sorci come la Gardini o Giannino abbracciano, perché la nave è affondata.

Una notte scrivo su Twitter una battuta goliardica sulla patata di una ragazzina che lavora in redazione da Gianluigi Paragone. Lei protesta con l’amichetto Gian, di Varese, e lui mi caccia. E si tiene Claudio Messora. Tradotto: sessanta milioni di italiani pronti per essere divorati vivi dal prossimo Letta e Renzi vengono privati della salvezza economica perché io ho offeso l’amicuccia di questo Paragone.

Il suo autore del programma mi richiama sei mesi dopo. E’ una persona molto intelligente e saggia. Mi scongiura di tornare al nuovo programma, che sarà La Gabbia di La7. Lui sa che la Mosler Economics ha 100 anni di storia dell’economia alle spalle, e coi suoi John Maynard Keynes, Kalecki, Lerner, Godley e Mosler è l’unica salvezza dalla “distruzione di una civiltà” (cit. Mosler) perpetrata dalla Troika e da Bruxelles per conto della Germania. Ok, accetto, torno con Paragone.

Una notte scrivo su Twitter una serie di grotteschi paradossi per rispecchiare la vera e inconfessabile natura del genere femminile che frequenta quel porcile di Social Network, ma associo alle volgarità da me volutamente scritte per paradosso un articolo estremamente documentato sull’inconfessabile meschinità e crudeltà delle donne, cioè il più inaggredibile tabù culturale della Storia moderna assieme ai crimini degli ebrei sionisti in Palestina. Una manciata di ragazzette amichette della redazione del sopraccitato Paragone protestano, e costui mi dice al telefono che devo scrivere un’abiura, cioè le mie scuse alle donne.

Una manciata di ragazzette amiche del tipo...

Io sono un intellettuale e un combattente, ho già diverse volte rischiato la morte fisica, e la rovina della mia vita, per le mie idee. Avrei voluto che Gianluigi Paragone avesse visto la mia faccia mentre lo leggevo. Io che nel 1994 stavo quasi morendo dentro una cabina del telefono di Johannesburg mentre gli AK 47 sparavano all’impazzata… io che ho umiliato Kissinger di fronte alla stampa mondiale… io che mi sono giocato la vita a Miami non facendo una piega davanti a una Colt puntata alla mia pancia perché dovevo fare il mio mestiere e scovare il massacratore Orlando Bosh… io cacciato dalla RAI per aver difeso gli ammalati… io che ho detto in Tv che Monti è un criminale… io che con 800 euro di reddito al mese sfido denunce da rovina economica per difendere l’Italia… Io. Mentre lui ha fatto carriera a star zitto mentre la sua Lega diceva di sparare ai disperati sui barconi nel Mediterraneo. Lui, Paragone Gianluigi.

E mi sento dire da sto zero che devo abiurare le mie idee per 5 donne isteriche sue amichette in un ufficio di Milano.

La mia risposta a Gianluigi Paragone è scontata. Può affogarsi, e io non sarò più alla Gabbia. Ma quello che è ignobile è che questo stolto per la seconda volta priva il grande pubblico italiano dell’unica difesa dal neonazismo economico dei Neomerantili tedeschi e di Bruxelles per le sue 5 amiche e per 20 tweet. Sessanta milioni di italiani crepino per le sue amichette.

Se questo è un giornalista.

Bob Woodward e Carl Bernstein non sarebbero mai nati a Varese, neppure per volere di Dio.


 


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