[Per un mondo migliore - Mi appellai a Zanotelli]

(versione stampabile)


Caro Alex,

Caro Alex,

 

ti scrivo a botta calda dopo il nostro incontro di Limone e ti anticipo qui il contenuto del nostro ipotizzato incontro, che mai si materializza a causa dei nostri densi impegni. Ti prego solo di leggere tutta la lettera, con calma e in un momento idoneo.

 

Vedi Alex, io credo di aver avuto una intuizione semplice ma fondamentale, che le persone del Movimento capiscono razionalmente ma che non introiettano nel profondo. Credo anche, e perdona questa mia (rara) presunzione, che ciò che ho da dire sia lo spartiacque che deciderà la vita o la morte stessa del Movimento, e forse anche del Pacifismo e della lotta alla Povertà.

 

Forse hai nella memoria i contenuti specifici (con la documentazione rilevante) di questa mia critica, te li ho spediti in quel lungo documento intitolato “Per Un Mondo Migliore” e li ho sommariamente ripetuti a Pianoro. Non li riscrivo ovviamente, ma ti rammento i cardini:

 

* Ciò che il Movimento sta facendo è grande, è emozionante, è forse l’unica speranza. Ma il Movimento sta adottando vie e ideologie destinate a farlo naufragare nel nulla, nel nulla Alex!, così come sono naufragati il ’68, il ‘77 o quella che doveva essere la rivoluzione degli atenei occidentali quasi trent’anni fa. Il pericolo è enorme e va scongiurato ora!

 

 

* Le falle più eclatanti nel Movimento sono: Primo, additare il nemico dei poveri e della giustizia all’ESTERNO di noi, comodamente collocandolo nelle odiate icone del potere politico (Bush/Blair/Berlusconi) ed economico (le multinazionali). Le prove del contrario sono schiaccianti, l’Impero siamo NOI, tutti noi, anime belle e pacifisti inclusi, eppure milioni di persone sfilano lanciando invettive contro pochi potenti, ponendo così all’esterno di sé il Male e sentendosi assolti; migliaia di ONG pubblicano denunce additando i soliti “malvagi” ma ignorando per conto di chi quei malvagi hanno sempre agito. Sappiamo che è il nostro consenso a lungo termine che permette ogni politica e ogni scelta economica, e sappiamo nei dettagli come noi, TUTTI NOI,  finanziamo questo Impero e le sue guerre ogni minuto della nostra vita con i nostri consumi o risparmi. Dunque, ADDITARE IL NEMICO SBAGLIATO AVRA’ UN SOLO SBOCCO: IL NULLA DI FATTOSecondo, ed errore ancor più clamoroso, fantasticare di un mondo migliore, di africani sazi, di campesinos ben pagati, di ambiente pulito, di pace e di giustizia come fossero gratis, come se bastasse invocare a gran voce tutto ciò perché accada, come se bastasse l’eterno strumento della “manifestazione” per convertire milioni di occidentali da secoli aggrappate al loro stile di vita con una tenacia sanguinaria che non conosce pietà. Come se bastassero 100.000 attivisti di Porto Alegre per fermare una macchina che ha avuto il consenso secolare di miliardi di esseri umani e che è difesa con gli arsenali più potenti del pianeta e sopratutto che TUTTI NOI NUTRIAMO OGNI GIORNO, proprio mentre la contestiamo. Questo è, al meglio, puerile. Invece, dobbiamo chiedere agli economisti di Porto Alegre di calcolare quanto COSTA un mondo migliore, in termini di tenori di vita da mitigare, in termini di aziende occidentali che dovranno chiudere, di lavoratori occidentali che dovranno perdere o cambiare lavoro, in termini di rischi geostrategici, in termini di quote di mercato perdute, in termini di velocità di vita da invertire, eccetra. SOLO QUANDO ACCETTEREMO NOI PER PRIMI DI PAGARE QUEI PREZZI E QUANDO AVREMO CONVINTO ALMENO UNA MINORANZA DEGLI OCCIDENTALI A FARE LO STESSO POTREMO DIRE DI ESSERE ALL’INIZIO DI UN CAMBIAMENTO. Ripeto: invocare giustizia e pace è banalmente vacuo, se non ci si fa carico dei prezzi da pagare.

Terzo errore del Movimento è l’assenza di una vera comunicazione capillare fra le persone il cui consenso va ottenuto. Noi attivisti siamo nei tavoli della pace, nelle serate con i personaggi, siamo nelle piazze al sabato (ogni tanto), ma siamo sempre noi Alex, te ne stai rendendo conto?, ci parliamo addosso, riascoltiamo alla nausea le Icone-Star del Movimento (fra l’altro anche fra noi “giusti” si sta replicando lo star system televisivo, ahimè), ma non siamo mai sui treni, nei parchi pubblici, negli ospedali, negli ipermercati, porta a porta nei condomini, nei rioni popolari, all’uscita dagli stadi, nei dopolavoro, sulle spiagge,  o all’uscita dei cinema a incontrare la gente per informarli, per conoscerne le paure, le tendenze, le credenze vere. Noi parliamo di GATS e di Fondo Monetario, o di Medioriente, di Bolle Speculative da fermare, di Tobin Tax, ma al cittadino medio manca persino la più elementare nozione di tutto ciò, e mentre noi non gli diciamo praticamente nulla, dall’altra parte c’è chi gli infarcisce la testa 24 ore su 24 365 giorni all’anno con l’opposto di quello che noi abbiamo da dire. MA COSI’, CHIUSI NELL’AUTOCELEBRAZIONE DEI NOSTRI MEETING DI “BELLE ANIME”, RIMARREMO IRRILEVANTI.

 

Guarda Alex, arrivo a dirti che senza la presa di coscienza di questi tre punti, tutto quello che facciamo sarà vano. Sì, certo, qualche risultato lo otteniamo ogni tanto, ma alla fine CHI PAGA CONCRETAMENTE la estenuante lentezza che deriva dal nostro ostinato rifiuto di scrollarci di dosso modalità di lotta obsolete e devianti? Tu lo sai bene chi paga, e chi pagherà prima di noi! E’ sconsolante che le persone del Movimento brandiscano quelli che sono risultati infinitesimali per confortarsi sulla loro strada, pur di non affrontare il cambiamento - a fronte di milioni di morti veri e quotidiani, a fronte di povertà in continuo aumento,  a fronte di milioni di ettari di natura bruciata e biodiversità industrializzata a colpi di genetica inarrestabile, a fronte di proiezioni di consumi triplicati! in occidente. A volte mi chiedo se questi attivisti, come il ragazzo di Lilliput che è intervenuto dopo di noi a Pianoro, non vivano troppo immersi nelle loro realtà di riunioni e cortei e autocelebrazioni “buoniste”, mi chiedo se abbiano mai avuto la capacità di VEDERE il mondo. MA HANNO UNA IDEA DI QUALE IMMENSITA’ CREDONO DI CAMBIARE con quei metodi spuntati? Io per lavoro viaggio tanto, entro nei Paesi e incontro i potenti, sono stato nei grandi istituti finanziari, nelle multinazionali, ascolto i mercati, vedo dove stanno dirigendosi le grandi masse del futuro – la Cina, l’India – e mi appaiono puerili l’ottimismo e l’euforia di tanta parte del Movimento. Ma vedono con chi/cosa hanno a che fare?

 

E perdonami quanto sto per dire: io credo anche che tanta parte del Movimento altro non cerchi se non modi per soddisfare un proprio profondo bisogno interiore, che è quello di liberarsi dal peso del “male del mondo” esorcizzandolo in rituali di gruppo (manifestazioni, invettive, conferenze). Una  volta postisi “fuori” dal male, essi esauriscono l’energia d’azione, ed è per questo che non si curano di VEDERE la realtà, che rifiutano di agire con più concretezza. Sono in buona fede, ma irrilevanti per coloro che vorrebbero salvare.

 

Alex, siamo ancora un’inezia della storia, e oltre tutto stiamo marciando nel nulla. Ma dove andiamo?

 

Ci consoliamo ricordandoci che gli Imperi sono deboli? Sì, ma al loro crollo hanno lasciato il posto a Imperi assai peggiori, purtroppo. Ma veramente crediamo che la nostra controparte abbia timore di noi belle anime? Mentre noi marciamo alla velocità della lumaca, la nostra controparte macina rabbiosamente senza fermarsi MAI e con mezzi imponenti strategie per ipnotizzare la gente e per paralizzarla nell’indifferenza, o, peggio, nella PAURA. Ma ci rendiamo conto che questi hanno fatto a pezzi 190 anni di storia progressista in soli 10 anni!! Dai primi vagiti del neoliberismo nell’università di Chicago con Von Hayek e Friedman nel 1975 a Reagan era già tutto deciso. E non si sono più fermati! Ma possibile che il Movimento non si renda conto di chi ha davanti? E rifletti Alex sull’ultima guerra; noi crediamo di aver avuto successo per aver portato l’1,5% dell’umanità in piazza a manifestare. La nostra controparte oggi gode di una tale impunità che hanno potuto fare una guerra contro il 50-80% dei consensi dei loro stessi elettorati, l’hanno fatta, e non solo l’hanno fatta e se la sono cavata, ma si sono permessi pure di mentire, e di essere scoperti, e di rimanere impantanati in un fiasco terribile e….. e che cosa? E SONO ANCORA LI’ nelle loro cariche e anzi, hanno ottime speranza di essere rieletti (vedi Bush) e anche se non lo fossero il sistema che li ha generati è rimasto assolutamente intatto. Nel fare tutto ciò ci hanno dimostrato che oggi il loro potere è immensamente più radicato di quanto lo fosse 30 anni fa, altro che progressi del pacifismo! Trent’anni fa una guerra che non aveva più consensi dell’elettorato fu rapidamente chiusa, e parlo del Vietnam, che crollò nei consensi degli americani dal ’72 in poi. Oggi, ripeto, una guerra avversata dal 50-80% degli elettori è stata fatta e continua impunemente in Iraq, in Afghanistan, nelle Filippine, in Colombia.

 

Alex dobbiamo 1) aprire gli occhi e “vedere” chi abbiamo davanti 2) smettere di autocelebrarci a fronte di risultati pressoché nulli 3) intervenire proponendo i tre punti sopraccitati, che sono una strada per finalmente avere un impatto vero, prima che sia troppo tardi.

 

Ti chiedo se vuoi farlo con me, se hai il tempo, se ci credi. Io mi batterò senza sosta per questo. Ho visto troppo dolore in Africa, ho visto troppo dolore in Centro America, e poiché quando io soffro grido ogni secondo che passa, mi immagino con orrore cosa sia l’esistenza di chi deve passare un altro giorno, un altro anno, un secolo gridando ai margini di una baraccopoli, in una camera di tortura,  o mentre pulisce gamberetti a soli dieci anni e a bastonate. Non è retorica, è senso d’urgenza e rispetto per chi sta dalla parte sbagliata dei MIEI cannoni.

 

La mia proposta è di lavorare dal il mio documento “Per Un  Mondo Migliore” che contiene tutti i dati e la ricerca per ciascun punto sopraccitato, e di proporlo al Movimento come punto di riflessione o addirittura come piattaforma d’azione. E’ già stato divulgato in inglese sui siti di OneWorld, e Chomsky lo ha condiviso nella sostanza. Ne parlerei volentieri all’incontro di cui mi parlavi.

 

Sei un uomo raro. Ho lasciato Limone con la nostalgia di te e con la piena consapevolezza del perché “tanta gente viene ad ascoltarti”.  A presto Alex.

 

Paolo Barnard

 

 


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