[Per un mondo migliore - Uno spreco di speranza]

(versione stampabile)


TOCCA A NOI

 

 

TOCCA a NOI

 

 

Chi guarda la realtà attraverso le speranze per un Mondo Migliore (invece di Migliore un po’ più giusto) sa che le cose non sono meglio, non al Sud, non al Nord, non per la Pace, non per la Legalità e per la Demorazia, né per i Lavoratori o per gli Immigrati, non per gli Esclusi, non per l’Ambiente, né per l’Informazione, per la Salute e per il nostro futuro.

Dobbiamo questo stato di cose all’aver lasciato la gestione del pianeta troppo a lungo esclusivamente nelle mani dei signori della politica e della finanza e dei loro vassalli nelle posizioni chiave, mentre noi, le persone, abbiamo abdicato alla nostra soggettività con il pieno diritto di cambiare il corso della Storia.

 

Noi, le persone, non siamo cittadini da gestire. Siamo noi che dobbiamo gestire, poiché siamo un soggetto politico che deve oggi assumersi quella responsabilità, pena il degrado di ogni aspetto della nostra esistenza e la fine del diritto a sognare dei nostri figli.

 

Ora tocca a noi. Non abbiamo alternative, il tempo è scaduto.

 

QUESTO APPELLO E’ RIVOLTO A CHIUNQUE ABBIA COMPRESO

 

Che i governi che eleggiamo hanno una sovranità limitata e funzioni gregarie a poteri assai più forti.

 

(Che questi poteri sono: eliminare) Identificabili (sostituire: nella Classe degli Investitori Internazionali con nei potentati economico-finanziari dediti alla mercificazione di ogni aspetto della nostra vita e di ogni risorsa della nostra Terra.

 

Che lo sforzo per migliorare le condizioni di vita dei poveri del mondo ci ripagherà con ampia moneta, ed è perciò un atto di intelligenza oltre che di moralità.

 

Che là dove regnano i corporativismi, le trame politiche, le cordate d’interesse e la ricerca del potere individuale, nei partiti come nei gruppi della cosiddetta società civile organizzata, non esiste speranza di cambiamento.

 

Che la via democratica è quella che cerca il consenso dei cittadini non per regalare il potere a un’oligarchia parlamentare, ma al contrario per ridare il potere ai cittadini di guidare il proprio destino lavorando direttamente a fianco dei propri rappresentati politici.

 

Che nessuno può sostituirsi al nostro agire e al nostro saper pensare autonomamente,  e che nessuno meglio di noi singole persone può offrirci la garanzia di tutelare i nostri diritti.

 

Che in ultima analisi siamo noi, i cittadini/consumatori/elettori, che permettiamo il degrado attraverso le nostre scelte o la nostra passività.

 

 

 

SE SIETE D’ACCORDO SU…

 

1.      Il primato degli interessi di tutti gli esseri viventi sulle priorità economiche di crescita ed espansione, e cioè che la gestione delle economie non può andare a scapito dei diritti umani fondamentali e dell’ambiente che ci ospita.

 

2.      Il ripudio della guerra, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione italiana, ma anche la necessaria condivisione e presa in carico da parte di tutti i cittadini dei costi di un mondo non belligerante.

 

3.      Il riequilibrio della sperequazione Nord-Sud non solo come dovere morale, ma anche come interesse dei Paesi ricchi, e la condivisione e presa in carico da parte di tutti i cittadini dei costi di tale riequilibrio, secondo il principio che un mondo così impari non conviene a nessuno.

 

4.      La difesa della Costituzione italiana nella sua interezza come ci fu consegnata dai padri costituenti, perché oggi è evidente il rischio di un suo svuotamento e di una sua applicazione su basi selettive. In pericolo è la nostra stessa democrazia.

 

  1. La consapevolezza che la resa della sovranità nazionale a Istituzioni sovranazionali è una tendenza portatrice di una duplice realtà. Da una parte progresso, dall’altra possibili grandi pericoli per gli interessi fondamentali del cittadino. Oltre ai casi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e del Fondo Monetario Internazionale, si sottolinea il più sottaciuto caso dell’Unione Europea che oggi sta marciando nella direzione del primato del Libero Mercato sul benessere dei propri cittadini. Va rivendicata un’Europa delle genti e non solo dei mercati.

 

  1. La difesa della legalità nazionale e internazionale contro tutte le mafie. Nel nostro Paese il sistema Mafia non è un fatto di carattere regionale, bensì di costume diffuso e ormai fuori controllo.

 

7.      La consapevolezza che lungo tutta la storia umana la prosperità delle culture e delle economie è sempre dipesa dalla libera circolazione degli individui, indipendentemente dalla loro religione, nazionalità o stato sociale, e non solo dalla libera circolazione delle merci.

 

8.      Il diritto a una informazione pubblica libera e non vincolata al rendimento di capitali. La fine del ricatto dell’Auditel sul servizio televisivo pubblico, che sta uccidendo i programmi di qualità solo perché non ripagano sufficientemente gli inserzionisti con ascolti di massa. Ma anche il fatto che l’Auditel lo guidiamo noi fruitori dalle nostre case e che a noi spetta dunque una presa di responsabilità.

 

9.      Una gestione economica che non può discostarsi da pilastri inalienabili, fra cui: la difesa dei Beni Comuni - come l’acqua, l’aria e l’ambiente con le sue risorse - e dei fondamentali diritti alla casa, alla salute, all’istruzione, alla tutela dei più deboli, con la pubblica Istruzione, la pubblica Sanità, e lo Stato sociale da considerarsi imprescindibili – In particolare il diritto al lavoro stabile (Art. 1 & 4 Costituzione italiana), mentre la flessibilità va concepita solo come scelta opzionale del cittadino, e mai come sua unica alternativa - La convinzione che le economie private possono fiorire solo all’interno di un saldo sistema economico pubblico.

 

  1. La consapevolezza che ciascuno di noi, in quanto cittadini delle società ricche, ha avuto e continua ad avere una parte di responsabilità nello squilibrio del mondo, e che perciò l’atto del cambiamento spetta a noi per primi, oltre che ai potenti.

 

  1. La necessità che le persone-soggetti politici attivi e i gruppi da esse formati non trovino commistioni con i partiti dell’arco istituzionale, bensì collaborazioni, sempre con una chiara separazione di ruoli.

 

 

 

VORREMMO PROPORVI…

 

Un piano di lavoro, affinché chiunque si considera un soggetto politico, col pieno diritto/dovere di partecipare al governo della propria collettività così come ai destini del mondo, possa venire facilitato in quel compito. Non si tratta di dirvi cosa fare o come farlo, il nostro piano di lavoro vorrebbe infondere nuova energia e un maggiore senso del proprio potenziale/dovere partecipativo a tutti gli individui o ai gruppi di persone che oggi sentono l’urgenza di impegnarsi nella gestione della Cosa Comune ma stentano ad esprimersi appieno.

 

Perché ora tocca a noi migliorare le cose, nessuno lo farà al nostro posto.

Ne valiamo la pena.

 

 

 


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