[Paolo Barnard]

8. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar.

 

Premessa:

Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.

 

Lollo, sai quando nasce un genio? Hai presente? No, non quello che domenica ti ha fatto beccare Cassano-primo goal e incassare 500 euro di scommessa… dicevo qualcosina di un po’ meno importante, ma comunque sempre un genio. Parlo del tuo John Maynard “ecchiccazzoè?” Keynes, dai ricordi? Ecco. Quell’economista a mio parere era un genio, e oltre tutto era uno di quei tizi che mentre con una mano studiava tutto lo scibile del mondo, con l’altra lo cambiava pure, poi faceva anche il resto.

L’importanza di Keynes sta soprattutto in una cosa: fu colui che prese il meglio di tutta l’economia sociale, quella pro-gente, la codificò cento volte meglio di chiunque fosse venuto prima, e cambiò per sempre il modo di pensare alla gestione economica di una nazione. Infatti sconvolse tutti, e fece infuriare in modo inaudito i nemici dell’economia sociale, i famosi Neoclassici di cui abbiamo parlato. Se Marx era stato fino a quel momento un muro da abbattere per le elite finanziarie dei predatori neoclassici, Keynes divenne la muraglia cinese da abbattere. Fu dopo di lui che la battaglia fra economisti pro-Stato e pro-gente, e quelli anti-Stato e anti-gente si trasformò in una carneficina, altro che battaglia. Con ferocia. Pensa che ancora oggi se si nomina Keynes alla Bocconi di Milano, noto covo di Neoclassici, tutti tirano fuori aglio, crocifisso, martello e paletti acuminati...

Allora, cosa disse sto Keynes, Lollo? Oddio, non è che lo possiamo riassumere in una puntata, abbi pazienza. Ma ok. Devi sempre ricordare che fin dai tempi di David Ricardo (‘700) la fondamentale divisione dell’economia fu fra due convinzioni:

CONVINZIONE 1 (Ricardo e poi tutti i Neoclassici) – PRIMA SI DEVE RISPARMIARE, POI SI POTRA’ SPENDERE/INVESTIRE PER PRODURRE E TORNARE A RISPARMIARE

CONVINZIONE 2 (Marx e i suoi discendenti) – PRIMA SI DEVE SPENDERE/INVESTIRE, POI SI POTRA’ PRODURRE E RISPARMIARE

E guarda che ancora oggi è la stessa storia, ancora oggi i campi di guerra sono questi. Quindi arriva Keynes e dice: inutile insistere, se prima non ti arrivano i soldi è impossibile che chiunque possa risparmiare o produrre (Convinz.2). Se lo Stato non crea e non fa girare i soldi (se risparmia), se gli stipendi non vengono spesi (per risparmiare), le aziende non vendono, licenziano, l’economia va in una spirale che si morde la coda, con sempre meno lavoro, sempre meno stipendi e così daccapo. Ma non solo. Keynes va oltre, e da bravo scolaro che era si prende la briga di studiare tutta la teoria Neoclassica e di smontarla pezzo a pezzo. Provo a farla semplice, eh? Ci provo, dai.

I Neoclassici sostenevano e sostengono che i risparmi e gli investimenti/spesa si equilibrano da soli. Cioè: loro dicono che se la nazione risparmia, nel senso che mette i soldi in titoli di Stato e di soldi ne circolano pochi in giro, allora i tassi d’interesse saranno bassi (+ titoli si comprano + i tassi scendono, e con pochi soldi in giro la Banca Centrale può tenere i tassi d’interesse bassi). Se i tassi sono bassi, continuano i Neoclassici, la gente e le aziende sono incoraggiati a spendere i risparmi in investimenti, proprio perché non conviene tenere risparmi in banca con interessi così bassi. E poi in sto modo le aziende sono incoraggiate a investire, perché prendono in prestito dalle banche a interessi bassi. Mentre se, al contrario, si comprano pochi titoli e si risparmia poco, cioè circolano molti soldi, i tassi saranno alti, e come in una legge naturale di riequilibrio, la gente e le aziende vorranno risparmiare per lucrare sui tassi alti. Violà! Lasciate fare al Mercato, lo Stato non interferisca!

Arriva il nostro Keynes e dice: macché! Questa è tutta teoria dei Puffi, buona solo a parole, ma nella realtà se tutti risparmiano si abbassano i consumi; se si abbassano i consumi si ammazza la produzione, e questo fa crollare i profitti, gli stipendi e l’occupazione, e questo a sua volta fa ovviamente crollare persino i risparmi. Ovvio, dice Keynes, come diavolo si fa risparmiare se l’economia va in depressione proprio a causa della mania di risparmiare? E come diavolo si fa risparmiare se uno deve pescare proprio dai risparmi perché l’economia è in depressione? E’ un paradosso, dice il nostro, e infatti lo chiamò Il Paradosso della Parsimonia. Poi aggiunse: è ovvio che per poter risparmiare qualcuno ti deve prima aver dato i soldi da risparmiare, quindi devi aver avuto un profitto o un reddito, ma se prima ci deve essere stato un profitto o un reddito significa con certezza che prima c’è stato qualcuno che ha investito/speso. Quindi è altrettanto ovvio che è l’investimento/spesa che deve venire prima del risparmio, e non il contrario, come sostengono i Neoclassici. Poi: ricordiamoci, dice il nostro, che il maggior investitore e spenditore è lo Stato, che ha la macchina per stampare soldi suoi teoricamente all’infinito, e quindi in caso di bisogno deve essere sempre lo Stato il primo a investire/spendere.

Insomma, Keynes distrugge l’idea neoclassica secondo cui l’economia si equilibra da sola nel gioco spontaneo fra risparmi e investimenti/spesa, basta che lo Stato si levi di mezzo e tutto venga lasciato nella mani del Mercato. Keynes dice che non esiste un pilota automatico in economia e che l’investimento/spesa dello Stato è in primis il motore certo di tutta l’economia di un Paese. E questo fu rivoluzionario allora, come lo è oggi, dove sti Neoclassici al potere ci stanno distruggendo col pareggio di bilancio (dove lo Stato NON deve spendere e deve risparmiare), infatti guarda com'è conciata l'economia. Capito? Alla prossima maggiori dettagli, và.

(p.s. Lollo è diventato Keynesiano all’istante! Infatti mi ha subito detto: “Fa mò il Keynes anche tu e spendi, che oggi hai spizzicato gli aperitivi ma non hai cacciato un soldo ancora!”)