[Paolo Barnard]

19

 

Milioni di persone hanno per l’ennesima volta rinunciato a se stessi. Molto spesso l’intelligenza, il coraggio e la fiducia in sé, vengono a mancare non perché carenti nell’anima delle persone, ma per rinuncia. La scuola e la famiglia insieme garantiscono al Potere che un individuo sia devastato nell’autostima entro circa gli otto, nove anni d’età. Questo elimina, anzi, chemioterapizza nell’essere umano ogni velleità di tentare o di esercitare l’intelligenza, il coraggio, e di fidarsi della propria capacità di comprensione. Ci rinuncia per sempre. Infatti udiamo migliaia di volte le notorie considerazioni del “ma io non sono nessuno” o “sono ignorante, cosa vuoi che conti io?”.

Milioni di italiani hanno appena votato come involucri istupiditi, primi fra tutti i grillini, e nulla cambierà, anzi, tutto precipiterà. La storia che vado a raccontare ora dimostra che invece tu, sì proprio tu involucro svuotato e senza colpa, potresti rinunciare alla ‘rinuncia’, e fare la cosa giusta. Se milioni lo facessero, questo mondo sarebbe un paradiso.

2006, sto tornando da Roma con mia moglie e con in mano le bozze del mio futuro libro “Perché ci Odiano” (Rizzoli BUR), dove semplicemente sostenevo che se l’Islam (e non solo) odia l’Occidente, è perché li abbiamo massacrati da ogni punto di vista per almeno un secolo. In quel libro raccoglievo una documentazione impressionante tratta dagli archivi CIA e MI5 che dimostrava come già negli anni ’50 USA e Gran Bretagna, con il braccio armato di Israele, fossero perfettamente consapevoli di stare depredando, ingannando e sopprimendo i popoli arabi senza pietà, per mire strategiche. Sapevano che essi erano già allora esasperati, che aspiravano anche loro a democrazie di stampo socialista, ma in nessun modo glielo avrebbero permesso. Andavano sacrificati, a milioni, per il nostro benessere, con colpi di Stato, torture, e violenza. Io e mia moglie ne discutiamo animatamente per un bel po’. Sono passati solo 5 anni dall’11 Settembre. Ok.

Seduta davanti a me, ma sulla destra, sta una vecchiettina con la faccetta proprio simpatica, una comparsa da film, davvero. Il treno proviene da Napoli e fermerà a Milano. L’anziana a un certo punto mi si rivolge e mi chiede, impugnando un vecchio cellulare, di fare una chiamata al figlio, solo per dirgli che il treno sarà in ritardo. Ci tiene molto, perché si sta recando proprio al suo matrimonio. Io, figurati, certo che le faccio il numero. Lei parla e riattacca. Poi… avete presente una molla sotto il sedere? Bé la vecchietta salta in piedi e sorridendo contenta mi chiede di prenderle giù una larga valigia nera e di appoggiarla sui tavolinetti centrali. Ok, lo faccio. Lei apre la zip e scoperchia degli enormi vassoi di paste napoletane, ce ne saranno almeno 4 uno sull’altro. Estrae pasticcini e inizia a insistere che ne approfittiamo, ma non solo mia moglie ed io, tutti i presenti dei nostri quattro posti e pure i quattro dell’altra fila di fianco a noi. Io le chiedo sorridendo il perché, e lei mi dice “La devo ringraziare per il favore che mi ha fatto!” Accidenti, sai che favore!, dai, una chiamata. Ma no, lei non sente ragioni e ci allieta tutti e otto con una festa improvvisata. Poi… può mancare un cin cin? Estrae da una sporta una bottiglia di limoncello, “ehhh! questo l’ho fatto io, coi miei limoni, mica roba da supermercato!”, e giù a bere tutti, sorsino di qui, sorsino di là, pastina di su, pastina di giù, evviva.

Infine ricomponiamo tutto e con sorrisi caldi ciascuno si rimette a farsi i fatti suoi.

Nei quattro posti di fianco a noi ci sono due signori napoletani, proprio il classico uomo ‘dal cappello’ e signora con acconciatura e tinta, un po’ sovrappeso. Età attorno ai 75 direi, e davanti a loro letture del tipo CHI, Vero, Oggi, Settimana Enigmistica. A un certo punto il signore mi si rivolge, con quel voi educato che è sopravvissuto solo a Napoli, con un sorriso mite, per dirmi questo:

Il Signore: “Mi scusi, io ho ascoltato involontariamente la vostra discussione di prima, quella… bé, sì, i terroristi e gli islamici, l’America, la guerra, mi capisce? Allora io vi vorrei fare la seguente domanda, se mi è permesso”.

Io: “Ma si figuri, prego”. L’uomo si china discretamente verso di me e continua quasi sottovoce.

Il S.: “Lei, potrebbe mai odiare quella gentile signora che ci ha offerto le paste?

Io: “Ovvio che no”, e sono un poco interdetto dalla banalità della domanda.

Il S.: “Ecco”, prosegue lui, “vede, io sono ignorante, mi perdoni, non ho studiato come lei giornalista, ma io penso che se qualcuno ti fa del bene non puoi odiarlo. Se odi qualcuno, bè, vuol dire che qualcosa ti ha fatto, di male. Ecco, io penso questo dell’odio dei musulmani contro di noi. Qualcosa di brutto glielo abbiamo fatto di sicuro”. Si ritrae quasi facendo un cortese inchino con la testa.

Io sono... come sono? Interdetto? Fulminato? Sì, anche, ma soprattutto mi sento disarmato come poche volte nella vita, e gli dico:

Ma lo sa che lei ha riassunto in quaranta parole un libro di quattrocento pagine? Bastava che fossero venute in mente a me quelle quaranta parole, e mi risparmiavo tutta sta fatica. Gesù, il senso di tutto il mio libro è esattamente, precisamente quello…”. Sgrano gli occhi con mia moglie. Non ci posso credere. Fine storiella.

Cosa vuol dire? Ma non è ovvio? Io sono un giornalista che ha studiato e viaggiato il mondo per 30 anni, ho avuto mezzi di conoscenza inimmaginabili per un pensionato di Napoli, oltre tutto auto definitosi ignorante. Ma lui in pochi secondi è arrivato, ed era arrivato, da solo a capire una verità storica su cui si sono ‘s-cervellati’ studiosi internazionali e che il 98% degli italiani non ha mai capito, colti, non colti, politici, esperti. Come aveva fatto un settantenne popolano ad avere la stessa consapevolezza ultra-progressita e umanitaria di un Chomsky, di un Vidal, Pilger, Avneri, Pappe, mia? Semplicemente, non aveva rinunciato.

Non aveva rinunciato a usare la sua testa a dispetto dello Tsunami di opinione pubblica, di luoghi comuni, e di milioni ore di Tv, articoli di giornale, pontificanti ‘esperti’ che da dieci anni e più ci dicono che sti tizi scuri e con le barbe lunghe ci odiano perché… ci odiano. Al meglio ci dicono che odiano le nostre donne discinte e la democrazia. Menzogne abominevoli, veri olocausti di memoria storica, ma è opinione cementificata del 98%. Lui invece si era fidato di sé, e aveva capito tutto, tutto. Eccezionale. Non aveva rinunciato.

Va da sé che rimasi piacevolmente colpito da quell’episodio, ma la cosa che conta qui è invece di una tragicità desolante. Se l’uomo e la donna cosiddetti della strada, persino anziani, possono arrivare a consapevolezze molto avanzate, ad avere il coraggio di pensare contro l’ottusità di milioni, e quindi a fare eventualmente la cosa giusta nella società, allora perché masse immani di persone non lo fanno mai? Non servono i libri, non serve una grande cultura, non servono redditi elevati. Serve che a un bambino venga risparmiata la chemioterapizzazione della sua libertà di pensiero, del suo saper pensare ‘contro’, della fiducia che deve avere nella sua capacità d'intuire, a prescindere.

Serve distruggere la scuola, ed educare le famiglie a non umiliare i ‘piccoli’, con quei “ma cosa vuoi capire tu alla tua età?”, “dai retta ai grandi”, “pensa ad andare bene a scuola piuttosto”.

E avremmo un mondo di paradiso dove nessuno di noi rinuncia a essere il Guru di se stesso, sempre.

Questo ha senso raccontare adesso.