[Paolo Barnard]

La mia corrispondenza via mail con Marco Travaglio, pubblicata su questo sito, è stata ripresa da diversi blog e assai criticata, ma ha anche suscitato reazioni di sconcerto da parte di molti fans del noto cronista di giudiziaria.

Ho pubblicato quelle mail per motivi di interesse pubblico. Essi sono: Travaglio è stato eletto da masse di italiani al ruolo di Vate salvatore della patria e detentore della verità mediatica. A lui tantissimi si affidano in buona fede. Io espongo un lato oscuro di Travaglio come paradigma generale: infatti, se uno di questi nuovi 'paladini' si rivela pesantemente ipocrita, reticente, omertoso in alcuni episodi di pubblico interesse, come possiamo fidarci? Come possiamo cioè essere certi che non lo sarà ancora in altre istanze? Ecco perché io avviso le persone che è sempre sbagliato e pericoloso aderire acritici e adoranti a chiunque, per quanto 'eroico paladino' egli/ella appaia. A questo serve la pubblicazione di quelle mail, e di altri miei lavori. In particolare la corrispondenza in oggetto dimostra che quell'uomo è un arrogante che non tollera l'essere messo in discussione in modo duro, cosa che invece si riserva di fare con tutti gli altri; che si rifiuta di rispondere ad una imbarazzantissima evidenza (caso Gabanelli in prima serata 5 anni con Berlusconi), un fatto centrale che contraddice in pieno ciò su cui lui stesso ha edificato il suo teorema del 'regime' tv, e dunque tanta della sua fama (e cosa ci fa lui oggi in prima serata in quel 'regime'?); che per evitare tale risposta si trincera dietro il paravento del 'lei mi insulta', esattamente come fanno gli orribili personaggi che lui stesso critica; che, nella discussione su Israele, dimostra una pietas selettiva, cioè una agghiacciante mancanza di compassione per il 50% di una tragedia e una incondizionata compassione per l'altro 50%; che nella difesa acritica della Gabanelli anche nella sua scandalosa implicazione in 'Censura Legale' (si veda in questo sito) egli abdica disastrosamente a qualsiasi principio etico, a quegli stessi principi che però lui pretende ferocemente da altri. Ora, un uomo così può essere il depositario della fiducia incondizionata di masse di italiani in totale buona fede? E allora, non è forse più saggio che, come sostengo da anni, questi 'personaggi' ipertrofici vengano ridimensionati a ruolo di semplici fonti di possibili verità, e che sia invece la persona e porsi al centro della propria verità? Ecco a cosa servono quelle mail.

E non vedo affatto come applicabile qui il criterio di 'era corrispondenza privata, che non si deve divulgare'. Primo, per i motivi di pubblica utilità di cui sopra, secondo perché di nuovo un personaggio pubblico deve essere sempre sottoposto al più rigoroso dei vagli, e infatti Travaglio e soci lo fanno spietatamente con tutti gli oggetti delle loro critiche.

Quello che faccio con i miei pezzi, è di dire sempre una cosa: se prima noi (attivisti, giornalisti 'contro', giovani antagonisti, intellettuali, contestatori, altermondialisti, studenti) non ci guardiamo dentro e se non accettiamo di vedere quanto in realtà replichiamo i difetti e le ipocrisie del Sistema, se non facciamo il durissimo lavoro di pretendere da noi stessi prima di tutto l'adesione all'etica senza eccezioni, noi tutti saremo fallimentari, e facilmente manipolabili dal Sistema. Cioè: se i Travaglio e le Gabanelli, se gli studenti, se i pacifisti, se noi tutti non ci ripuliamo delle repliche del Sistema che abitano in noi, mai potremo essere utili a questa disperata Italia, mai cambieremo la nostra Storia. Mai saremo 'eroici paladini' di qualsivoglia giustizia.

Barnard