[Paolo Barnard]

La Modern Money Theory, Argentina, e il veleno dei detrattori.

 

 

E’ spiacevole, ma lo sapevo, me l’aspettavo. Ho portato la MMT in Italia per reagire al Più Grande Crimine, che include il presente Golpe Finanziario, e si sono aperte le cateratte dei veleni, degli scarafaggi, bacherozzi, massoni in seconda, e compagnia cantante. Dagli attacchi di Oscar Giannino di bassa lega, a quelli di RAI3, a quelli di Libero (non esiste lega per definire Libero), a quelli del Fatto Quotidiano, a quelli dei faccendieri sedicenti amici di massoni e Presidenti di Regione (e sono ben due distinte regioni), a quelli dei saccenti ragazzini che affollano in anonimato i blog di economia degli eterovigliacchi italiani, e persino quelli di chi una volta lavorava con me. La lista è lunga, maleodorante.

 

Me ne frega una cippa fritta, ma davvero. Eccetto che per il caso Argentino. Lì devo chiarire le cose con serietà. Voglio fornire la  versione ufficiale e smentire un tal detrattore.

 

Premessa. Una delle affermazioni con cui io ho spesso sottolineato i poteri salva nazione della MMT è che essa ha ‘salvato’ l’Argentina. Tuttavia, poiché io scrivo per il pubblico generico, e non per titillare i sopraccitati saccenti ragazzini, non ho voluto di proposito specificare l’intricata serie di partecipazioni e responsabilità nelle loro singole percentuali che hanno fatto sì che le basi teoriche centrali della MMT – cioè creare la piena occupazione attraverso programmi di lavoro garantito dallo Stato, a deficit se necessario – divenissero l’asse portante del salvataggio argentino. Quando si dice che i medici hanno salvato la vita a una vittima della strada non si sta lì a specificare che però in effetti anche la polizia ha contribuito al 4,6%, i passanti che hanno chiamato l’ambulanza al 2,8%, l’ambulanza al 12,3%, l’efficienza del pronto soccorso al 42%, la fibra della vittima al 6%, poi i chirurghi solo al 31,7% in realtà. Così è per l’Argentina. Ma capisco e accetto che la comunicazione che ho fatto sul ruolo della MMT a Buenos Aires in quegli anni potesse essere intesa banalmente come “tutto merito della MMT”. Questo sarebbe falso. Vero, verissimo è invece che questa teoria economica nella sua sostanza ha salvato l’Argentina. Vero, verissimo è che gli economisti che io ho portato in Italia per primo hanno avuto un ruolo centrale laggiù.

 

Ora si faccia attenzione. In Italia c’è un tizio che vaga, nel perenne anonimato, per blog di economia come Voci dall’Estero o come quello di Alberto Bagnai. Il tizio si fa chiamare Istwine. Io mi ci sono scontrato, e ho preso a chiamarlo Bourka-boy, perché sinceramente sti anonimati mi irritano non poco. In ogni caso è questo Istwine che, munito di una notevole conoscenza di economia monetaria e quindi col peso del seguito che si è creato, va dicendo a mari e monti che la storia del coinvolgimento della MMT in Argentina è falsa, è millantata da me in primis. Questo ha creato un danno non da poco per me e per chi sostiene la MMT in Italia. E’ così che il virus del dubbio s’insinua fra i lettori e distrugge.

 

Bourka-boy non è un caso clinico da Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali come il calabrese che ce l’ha con me in questi giorni, o come il freak da circo vittoriano che scrisse quel pezzo su di me su Libero. Istwine avrà tanti difetti, ma è uno studioso serio, spacca un capello monetario in due, e se uno così insinua una cosa talmente degradante, molti lo prendono sul serio e io ci perdo la faccia, e con me i miei accademici americani. Bourka-boy addirittura consultò un economista argentino di nome Matias Vernengo, che insegna anche negli USA, chiedendogli appunto se gli MMT americani avevano avuto un qualche ruolo nella crisi in oggetto. Vernengo avrebbe risposto lapidario questo:

 

Per MMT lei intende Wray e il gruppo di Kansas City? Nessuno sa che esistono qui (in Argentina, nda) a dire il vero…

 

Bouka-boy non stava più nella pelle. Quel millantatore di Barnard e dei suoi economisti! Ha proprio ragione Bagnai (mentore di Bourka-boy) a definirli degli “sfigati”. Istwine ha postato questa sua ‘scoperta’ un po’ troppo in giro per i miei gusti. Ma Bouka-boy non ha calcolato che io sono un giornalista, e so fare domande. Per cui ho chiesto a Matias Vernengo di confermare o meno, e gli ho anche detto che in virtù della velocità del web i suoi colleghi della MMT americana avevano letto le sue drastiche parole:

 

Io: “Vernengo è vero? conferma?

 

Matias: “Non l’autorizzo a divulgare quella frase”.

 

Io: “Ma è già pubblica. La conferma o no?

 

Matias: “NO”.

 

(le mail originali più sotto)

 

 

La risposta di Vernengo non lascia dubbi. Vacilla così l’accusa di Bourka-boy, che poi crolla, frana, si disintegra con ciò che aggiungo ora.

Snocciolo brevemente i fatti sul ruolo della MMT in Argentina dalla bocca di uno dei protagonisti argentini di maggior spicco in quella storia.

 

Si chiama Daniel Kostzer, è stato in ordine: direttore della ricerca e delle politiche dell’impiego per il Ministro dell’Impiego argentino, al Ministero del Lavoro; poi direttore della ricerca di macroeconomia al Ministero del Lavoro, Occupazione e Sicurezza Sociale argentino, consulente argentino dell’International Labour Organization e dell’UNDP, e uno dei padri del piano Jefes per salvare il Paese dopo il default del 2001. Ecco come Kostzer descrive il contributo della MMT al salvataggio dell’Argentina:

 

Buttai giù i primi abbozzi del Piano Jefes (il piano per la piena occupazione dei disoccupati maschi e femmine, centrale per la rinascita economica che ne seguì, nda) nel 2000. Divenne ufficiale al Ministero del Lavoro nel 2002. La prima volta che gli economisti MMT arrivarono in Argentina fu nel 2002, in settembre, quando la International Labour Organization assoldò Mat Forstater e Jan Kregel. Il loro compito era di aiutarci a disegnare le politiche di recupero dell’occupazione. Infatti scrissero raccomandazioni sulla necessità di ampliare il programma Jefes in modi più flessibili al fine di renderlo una vera rete di sicurezza. In quel momento i beneficiati dal piano erano un milione e mezzo. Nel 2003-2004, dopo che Kirchner fu eletto, il numero dei beneficiati arrivò a 2,4 milioni, ma il recupero economico fu così prodigioso che presto il programma dovette essere limitato a poche categorie di persone. Dal 2002 in poi Jan Kregel fece consulenze ogni anno, talvolta in più tappe all’anno. Nel 2004 altri MMT come Randall Wray, Pavlina Tcherneva e Kregel arrivarono a Buenos Aires e lavorarono in ambito accademico con i maggiori esperti di mercato del lavoro argentini (ASET) proprio sui programmi di lavoro garantito. Wray fu invitato ancora dalla Banca Centrale per volontà di Arturo O’Connell e di Arnaldo Bocco. Warren Mosler contribuì nel 2006 visitando diversi progetti Jefes. Tutti gli economisti della MMT ebbero colloqui riservati con il Ministro del Lavoro e il Segretario di Stato, il Ministro delle Finanze e il governatore della Banca Centrale. Non ho idea di chi abbia sparso la voce che gli economisti MMT non sono stati co-protagonisti della nostra ripresa. Credo che certa gente, qui, pensa che la Storia inizi sempre da loro…

 

Mi nasce il sospetto che quando Kostzer ha scritto “Credo che certa gente, qui, pensa che la Storia inizi sempre da loro…” si riferisse a Vernengo. Ma posso sbagliare. In ogni caso Kostzer, per il ruolo che ha ricoperto nel salvataggio argentino, non è smentibile, così come non sono smentibili le decine di lavori accademici pubblicati sul lavoro degli MMT americani in Argentina e sul successo dei loro suggerimenti. Per la cronaca, si prenda nota. Grazie. Sorry Bourka-boy.

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From: dpbarnard@libero.it [dpbarnard@libero.it]

Sent: Monday, September 17, 2012 6:27 PM

To: Matias Vernengo

Subject: from Italian reporter Paolo Barnard

 

 

Dear Prof. Vernengo,

 

Can I ask you to confirm if the following statement can truly be attributed to you? It's apparently a reply that you gave to an Italian activists asking you if MMT ever contributed to the recovery of Argentina post default:

 

 

"By MMT you mean Wray and the Kansas people? Nobody knows they exist here in all fairness. Wray is coming to the central bank this year because I invited him. The recovery was initially managed by Roberto Lavagna, a pragmatic, but not heterodox economist, and by the gut feelings of the Kirschners who were always pushing for growth. Also, external conditions helped. Hope this helps. Best, Matias"

 

This has become public here. Thank you for you cooperation.

 

Regards

 

Paolo Barnard

 

 

 

 

Da: Matias Vernengo <vernengo@economics.utah.edu>

Oggetto:            RE: from Italian reporter Paolo Barnard

Data:            18 settembre 2012 14.40.08 GMT+02.00

A: Paolo Rossi Barnard dpbarnard@libero.it

 

Hi Paolo:

You cannot quote me on that.

Best,

Matías

 

Matías Vernengo

Associate Professor

University of Utah

260 Central Campus Drive, Room 371

Salt Lake City, UT 84112

(801) 349-9462

 

From: dpbarnard@libero.it [dpbarnard@libero.it]

Sent: Tuesday, September 18, 2012 6:55 AM

To: Matias Vernengo

Subject: R: RE: from Italian reporter Paolo Barnard

 

 

Sorry, it's gone public much before I ever came across it. It's public, both here and with the UMKC people. Do you confirm it or not?

 

Regards,

 

Paolo

 

 

Da: Matias Vernengo <vernengo@economics.utah.edu>

Oggetto:            RE: RE: from Italian reporter Paolo Barnard

Data:            18 settembre 2012 14.55.33 GMT+02.00

A: Paolo Rossi Barnard dpbarnard@libero.it

 

No.

 

Matías Vernengo

Associate Professor

University of Utah

260 Central Campus Drive, Room 371

Salt Lake City, UT 84112

(801) 349-9462