[Paolo Barnard]

In breve. Sabina Guzzanti ha torto, marcio. Se la girandola dell’antagonismo italiano non avesse abdicato alla capacità di giudizio critico delle sue Star, si sarebbe resa conto all’istante che ciò che ha fatto la Guzzanti nella sua ‘satira’ sulla Carfagna è ignobile. Poiché è questo: una donna ha detto di un’altra donna e al cospetto dell’intero Paese che essa è una pompinara di nessun altro valore, la cui carriera si è costruita in ginocchio sotto la scrivania di un potente. E ciò senza addurre uno straccio di prova. Nulla.

Lo ripeto: non è stato uno sfogo di un momento d’ira urlato in un bar, al cospetto di 7 persone (comunque riprovevole). Ma di fronte a tutta l’Italia. Senza produrre uno straccio di prova. E’ semplicemente orribile. Basta  avere una frazione di sensibilità rimasta per immaginare cosa può provare una donna trascinata in tal modo alla gogna nazionale. Una donna. E senza uno straccio di prova. L’uscita della Guzzanti trasuda livore, il peggior sentimento che può animare una protesta. E soprattutto, la Guzzanti è un’ipocrita. Nel mondo delle ‘belle anime’ antagoniste italiane la pratica di elevare a posizioni di rilievo le donne che ‘la danno’ è quotidiana, e fra gli eccellenti in questo ci sono alcuni dei nomi tanto cari alla comica romana. Ma non li menzionerà mai.

Peggio. Nel mondo delle ‘belle anime’ antagoniste italiane vige una pratica immensamente più odiosa dell’avanzamento per gentile concessione dei propri genitali. E’ l’avanzamento per messa a tacere della propria coscienza critica, della morale più elementare. In questo sito l’ho documentato eloquentemente. Ma la Guzzanti non ne parla.

Ciò che la Guzzanti poteva, doveva fare, era di attendere la pubblicazione di una qualsivoglia prova delle prestazioni orali-in cambio di dicastero della Carfagna, poi, e solo poi, commentarle. Senza prove, facendosi forti di un campato per aria ‘io lo so’, non si fa nulla, si tace. Non si mette alla gogna più devastante un’altra donna. Senza uno straccio di prova. E se la Guzzanti le prove le aveva, doveva esibirle, o rivelare la fonte autorevole, citare chi gliele aveva svelate da una posizione di conoscenza certa. Nulla di questo ha fatto, con spiccata tendenza all’omertà. Perché? Perché le prove non le ha. Lo ha confermato il suo pari Marco Travaglio in un editoriale su OGGI del 22/10/2008, pag.15.

Ora, per comprendere la pochezza civica e morale cui questo sgangherato Antisistema ha trascinato la nostra 'paladina' della giustizia a mezzo satira e i suoi celebri soci, basta immaginare la stessa cosa invertendo gli attori. Fate la prova, prendete un Filippo Facci, a tutta pagina sul Giornale, che senza uno straccio di prova parla di carriera-in cambio di su la gonna coinvolgendo... che so, un Michele Santoro e mettiamoci, che so, una Simonetta Martone (la ricordate?) o una Borromeo. Senza una singola prova esibita. Ecco, immaginate. Cosa avrebbero urlato Grillo, Travaglio o la stessa Guzzanti? Immaginate.

E rispondendo alla domanda di chi si chiede "ma come c'è arrivata la Carfagna dov'è?",  cui Sabina Guzzanti ha dato la risposta in oggetto, vorrei aggiungere questo: il motivo per cui la Carfagna sta lì non mi interessa. Quella donna è solo un ingranaggio minore di una grande macchina, comandata NON da Berlusconi, ma da poteri ben più antichi e forti. Ella è un'irrilevante comparsa di un disegno chiarissimo: distruggere il bene comune e il senso di comunità degli esseri umani, per sempre, e imporre il privato individuale in ogni aspetto del vivere umano. Fine. E' quel disegno che ci deve interessare, che ci deve accendere, far ribellare in massa, non la sua comparsa numero 20.342. Chissenefrega. Sabina Guzzanti ci fa perdere tempo dietro un'irrilevanza da quattro soldi bucati, mentre intanto il vero Potere ci fotte tutti.