[Paolo Barnard]

Gino Strada è un imperialista. Qualcuno lo vede?

Gino Strada l’ha rifatto. Nella primavera del 2007 lo trovammo a sbraitare insulti al governo afghano per il caso Hanefi. Io scrissi allora: “Gino Strada da settimane si scaglia con crescente acrimonia contro il governo Karzai in Afghanistan, reo di violare le più elementari regole del garantismo giuridico con la detenzione di Ramatullah Hanefi, manager dell’ospedale di Emergency a Lashkargah. Un appello per la liberazione di Hanefi è stato divulgato con firme della posta di Claudio Magris, Enzo Biagi, Gherado Colombo e Maurizio Costanzo fra gli altri. Il testo comincia con le parole “La Costituzione afghana…”. Ma quale Costituzione? Quella esportata laggiù a colpi di bombe cluster e di migliaia di morti? Quella contemplata con stupore dagli afghani nella speranza che qualunque cosa fermi le stragi della NATO e le inaudite violenze dei ceffi dell’Alleanza del Nord?... Cioè  la più classica “Constitution at gunpoint” per promuovere la “Democracy at gunpoint”? Quella? Sì, proprio quella… Risulta a qualcuno che i pastori tagiki, che i commercianti pashtun, o che le donne hazara se li siano mai scelti quei diritti? Sappiamo almeno se li condividono? Cosa hanno da spartire le regole delle democrazie parlamentari europee con duemila anni di relazioni tribali centroasiatiche? Con che diritto l’Italia, Gino Strada e l’intellighenzia al suo seguito pretendono il rispetto di regole e di diritti che con secoli di vita afghana c’entrano come la laparoscopia con lo sciamanesimo? Importa qualcosa che a magistrati, a medici e a giornalisti cresciuti su un altro pianeta certe regole afghane creino sgomento e riprovazione? Sono afghane, sono le loro regole… Se si sancisce il diritto di una potenza conquistatrice di imporre ad un altro Paese le sue regole di “giustizia occidentale ora, subito!” a suon di proteste, di insulti, di ricatti commerciali e di missili, caro Gino, allora sanciamo fin da ora il diritto dei talebani o dei cinesi di gridare “tortura e pena di morte ora, subito!” se mai capiterà che un giorno siano loro ad avere abbastanza bombe per offrirci la loro Costituzione… Credete voi che la lettera di Strada, Gherardo Colombo e soci sarebbe mai giunta a Kabul senza il dettaglio di questa orribile invasione? La realtà, per chi vuole vederla, è che Gino Strada, proprio lui, si è accodato al più classico imperialismo culturale, sbraitando agli afghani “giustizia occidentale ora, subito!”.

Oggi Strada sbraita di nuovo … adesso è ora che chi di dovere tiri fuori i nostri ragazzi. Può farlo, bene e in fretta, glielo ricorderemo sabato pomeriggio in piazza Navona a Roma… Fossero stati tre cittadini americani erano liberi in tre minuti”.

Invito chiunque sia ancora in possesso di una mente libera, e di un’elementare avversione per l’ipocrisia, ad analizzare quelle parole. Il governo di un Paese che lo stesso Strada auspica sia lasciato libero di autodeterminarsi, arresta tre italiani. Se quel Paese ha diritto di essere libero, ha diritto di esserlo anche quando fa ciò che non piace al dott. Gino Strada, che invece si appella ora a cani e porci, e da cani e porci pretende che i suoi amici siano tirati fuori qui e ora. Già in questo il chirurgo italiano sfonda il muro dell'ipocrisia e il pozzo della dignità facendo leva per i propri fini esattamente su coloro che più disprezza. Come chi combatte la massoneria con strali e gran chiasso, poi però chiede al massone vicino di casa una parolina per sistemare il figlio in banca.

I suoi amici sono innocenti, chi li ha arrestati è di sicuro un barbaro mentitore, e in tal modo il processo, la sentenza e l’appello sono stati già pronunciati… da Strada, non dagli afghani.

Ma gli afghani, chiedo scusa, dove stanno in tutto questo? Stanno nell’androne dei negri, come lo stavano i palestinesi per Chaim Weizmann a inizio ‘900, cioè non esistono. Quando si tratta degli amici di Gino Strada, gli afghani devono sparire e consegnare chiunque senza fiatare. Non hanno diritto di istruire un processo, non hanno diritto di architettare un arresto (se di congiura si tratta) come ne architettiamo noi a centinaia; cioè di viversi e risolversi i fisiologici mali della crescita civile nei tempi storici che noi abbiamo avuto e preteso. No, loro devono uscire dall'utero e diplomarsi l'indomani in modernità scandinava, se no son cani; ricordate Gino e il caso Hanefi? E nulla cambia se si dimostrasse che tutta questa vicenda è opera unicamente delle forze d'occupazione. Strada può fare la voce grossa perché è italiano, perché sa che il nostro governo può a sua volta estendere quella voce grossa all'Afghanistan in quanto potere occupante. Se questo non è colonialismo, imperialismo..., anzi, come ho detto è fin peggio: è usare l'imperialismo mentre lo si disprezza.

Infine, qualcuno a Emergency e dintorni (adoranti) si è preoccupato di capire come gli afghani veri giudicano questa vicenda? Come gli afghani veri si sentono a veder gli italiani arrestati (o i loro protetti) liberati in breve mentre i loro familiari nelle patrie galere (e della Nato) semplicemente vi languiranno all'infinito?

Un arresto deve certamente essere l’inizio di un processo di giustizia e di tutele di diritti, ma ciò per la NOSTRA cultura, NON la loro. Ficcargli in gola il nostro Diritto a suon d’insulti e manifestazioni di piazza, a suon di diplomazia e ricatti commerciali, ma anche di bombe in testa, non va bene. E’ imperialismo culturale caro Gino, e tu sei un imperialista culturale. Le nostre carceri straripano di senegalesi, più spesso che no innocenti derelitti arrestati dalle questure solo per 'far opinione pubblica', ma nessuno da Dakar si è mai permesso di intimare all’Italia processi rispondenti al Diritto tribale africano.

Ciò che un Paese straniero può e deve fare in questi casi, è di chiedere a Kabul il rispetto della dignità e della sicurezza degli arrestati, e se possibile un giusto procedimento. Ma solo chiedere, e basta.

Se non capite tutto questo, non v’è alcuna differenza concettuale fra voi che gridate giustizia occidentale ora, subito!e chi sbraita e pretende “US free market democracy now!” in Iraq, in Kosovo, in Argentina.

Infine ad Emergency come organizzazione, e alle ‘belle anime’ altrettanto imperialiste che si sono riversate in piazza a Roma sabato scorso, ricordo che Medici Senza Frontiere ha avuto una miriade di casi analoghi (31/5/2005 Dottori Vincent Hoedt e Paul  Foreman arrestati in Sudan; 11/3/2009, quattro medici fra cui l’italiano Mauro D’Ascanio (non se l’è filato nessuno qui) rapiti in Darfur; 5/3/2010 altri due rapiti ad Haiti, ecc.) senza che in alcun modo quella organizzazione si allargasse a divenire spettacolo di piazza in una indecente mescola di politicanti, artisti prezzolati e ‘paladini’ della stampa a senso unico. Queste ridicolaggini, oltretutto ipocrite, accadono solo in Italia.

p.s ho il sospetto che non troverete questa critica pubblicata da Maso Notarianni su Peacereperter. Ma qui apro un'altra brutta storia… Dopo l'11/9 Bush fu biasimato dalle 'belle anime' per aver imposto il suo "O  con gli USA o contro gli USA". Oggi le 'belle anime' di Strada impongono lo stesso ricatto, "O adori Emergency o sei contro Emergency", la critica non è ammessa. Ne so qualcosa...