[Paolo Barnard]

ALL STATIONS, YANKEE, MIKE, STAND BY, UNIFORM, TANGO… POI RIPENSATECI.

 

All Stations, All Stations, Yankee, Mike, Stand by, Uniform, Tango, Two, Three”. Questo suonerà nelle orecchie dei comandanti dei bombardieri, sottomarini e silos atomici degli Stati Uniti il giorno in cui un Presidente americano darà l’ordine nucleare. Il suono avrà una eco perché verrà trasmesso da almeno 12 stazioni nel mondo contemporaneamente, per evitare errori. La frase in inglese non è una fantasia, è presa dall’ultima esercitazione nucleare fatta dagli USA quest’anno, cortesia della PBS.

Dietro a quell’ultimo suono, forse letteralmente prima della fine del mondo, c’è una catena di comando, ovvio. Ma è qui il punto terrificante. Perché al contrario di quanto voi spesso pensate quella catena è cortissima. E’ SOLO l’ordine del Presidente con NESSUNO che lo possa fermare, a meno di un ammutinamento di massa di tutto il Dipartimento della Difesa e dell’esercito americano.

Prima di descrivere a voi come funziona, vi dico che il motivo per cui la procedura di Ok alla guerra nucleare da parte del presidente USA è così spaventosamente breve e incontrastabile, risiede nella progressiva aggressività che le tecnologie hanno dato alla potenza di un attacco. Oggi un missile atomico russo da sottomarino raggiunge Washington in 12 minuti, 30 minuti dalla Siberia. Il presidente ha 12 minuti o 30 per capire se l’attacco c’è, e se c’è, per rispondere. Ecco perché è verissimo che l’attacco atomico americano deve essere una fulminea prerogativa del presidente a cui nessuno si può opporre con verifiche, obiezioni o controlli.

Allora, prima cosa non esiste alcun bottone rosso, ma invece una serie di procedure sigillate e a doppio controllo prima che il presidente possa lanciare l’ordine, ma attenti, sono procedure che ha in mano SOLO LUI. Si legge in rete che il ministro della Difesa può rifiutarsi di trasmettere l’ordine, ma c’è accordo assoluto fra gli esperti come Bruce Blair della Princeton University, che ne ha fatto un saggio per il New York Times, che questo non è vero, sarebbe ammutinamento.

Infatti accadde, anche se le cose andarono diversamente. E’ scritto in un libro dello storico americano Scott Sagan, della Stanford University, che sfogliai a Londra per via di una nota trovata in un volume dell’inglese Calvocoressi. Nixon in pieno disastro Watergate era perennemente ubriaco e iniziò a delirare, sul serio. Nixon aveva la fama di essere sostenitore della “teoria del pazzoide”, cioè l’idea che un presidente americano che avesse dato l’impressione al nemico di essere un cane rabbioso pronto a premere il bottone atomico, avrebbe intimorito quel nemico al punto da venire a migliori consigli con Washington. Ok?

Bè, proprio per questo l’allora Ministro della Difesa di Nixon, James Schlesinger, passò a tutto l’esercito degli Stati Uniti, nei giorni del Watergate quando appunto il presidente delirava nell’alcool, passò dicevo l’ordine di deviare un ordine presidenziale di attacco atomico a Kissinger o a lui stesso. Ma questo, sappiamo, era passibile di fucilazione di Schlesinger. Non fu mai scoperto da Nixon. Quindi se ne deduce che oggi, nell’era della NSA di Snowden e cioè dello spionaggio di tutti, nessun Ministro della Difesa di Trump rischierebbe la fucilazione perché la disobbedienza, ammesso che rimangano vivi, verrebbe appunto scoperta all’istante.

E qui concludo venendo al punto, di nuovo. Sopra è specificato che Trump ha in effetti il poter di ordinare DA SOLO una guerra nucleare. Nessuno lo fermerebbe, realisticamente parlando. Ma Trump è:

Un aperto sostenitore della “teoria del pazzoide” di cui sopra, ma lui non mette in conto che oggi per esempio la Korea del Nord potrebbe un giorno decidere che la minaccia del pazzoide Trump è vera PERCHE’ LO SANNO CHE TRUMP E’ UN PAZZOIDE, e sparare i razzi koreani.

E poi Trump ha affermato alla MSNBC che in caso di attacco ISIS non esclude affatto l’uso della armi atomiche. Cosa che vi avevo anticipato ieri. E un attacco Isis in America può accadere ogni giovedì pomeriggio, sul serio, non è una cosa remota, affatto.

Punto finale: poiché questo intervento vi dimostra che un presidente americano può in effetti iniziare l’apocalisse del pianeta in 12 minuti e senza controlli esterni realistici, di nuovo pensate se è meglio avere in sella una calcolatrice criminale come la Clinton o un demente come Trump. E parlo sempre del tema ‘Chi dei due inizierebbe una guerra nucleare?’, solo di quello. Poi basta perché se uno non ci arriva, metta la panna sul filetto al pepe verde e il sale sul gelato.