[Paolo Barnard]

Testa vincono loro, croce perdo io.

Dopo le citazioni su di me di Maurizio Belpietro di Libero, oggi esce Il Giornale con una mia intervista sul caso di Censura Legale e l’ipocrisia della ‘paladina’ Gabanelli.

Immagino la caterva di insulti e di sordide illazioni che mi seppellirà se quella intervista fa tanto di trapelare nelle fila della sinistra Antisistema italiana. Non sto neppure a darvi esempi, ci arrivate da soli.

Quello che importa qui è la parabola senza scampo di chi, in questo Paese di mafie e parrocchie e di parrocchie e mafie dell’una e dell’altra parte, è reo di denunciare una verità troppo scomoda. E ve la ricordo, poiché essa recita: sotto i panni degli ‘eroi’ e delle ‘eroine’ dell’Italia-contro, si celano i medesimi vizi e le medesime meschinità dell’Italia sporca. E questo è l’inganno infame ai danni dei tanti che ancora credono a quegli ‘eroi’.

La mia parabola senza scampo, da uomo nato e vissuto negli ideali della sinistra umanitaria, è di trovar voce solo presso coloro che ho combattuto per tutta la vita adulta, e di essere biecamente zittito da coloro che mi dovrebbero sostenere. Questi ultimi mi hanno sepolto vivo, negandomi non solo la voce, ma anche la professione. E ora, che precisamente a causa di quell’imbavagliamento totale è solo il nemico a darmi un filo di voce, verrò da loro viepiù sepolto vivo e dileggiato. Senza scampo, cioè quella che gli inglesi chiamano una No win situation, oppure, qui da noi, testa vincono loro, croce perdo io.

Aggiungo solo che io non ho mai, e ribadisco mai, contattato Libero né Il Giornale per ottenere quegli spazi. Lo hanno fatto loro, e io aderisco al loro diritto di avere l’opinione di chiunque. Se li avessi chiamati e pregati di darmi voce, mi sarei iscritto anche io alla lunga lista degli ipocriti falsari, che predicano bene e razzolano malissimo. No, lì non mi ci troverete. Questo vi devo.