11. LE FAVOLE DI
BARNARD PER MICAELA E I BAMBINI
Bimbi, attenti adesso, perché questa non è una favola, è una
storia vera!!!!!!
In un appartamento di una città c’era una vasca per pesci
con dentro un pesce rosso chiamato Pinn-occhio… AH! NO! Ascoltate bene mamma o
papà. Il nome non era Pinocchio, cioè il famoso personaggio della favola che
aveva il naso lungo se diceva le bugie. No! Riascoltate bambini: PINN-OCCHIO.
Cioè pinna e occhio, perché lui poverino stava dentro una piccola vasca e
muoveva la pinna ma doveva stare ‘in occhio’ perché se no sbatteva il musetto
contro il vetro ogni due secondi, visto che poteva andare solo avanti e indietro
in quel piccolo spazio. Eh sì, poverino, con due colpi di pinna, già arrivava a
sbattere gli occhi contro il vetro dall’altra parte.
Bè, un giorno, dopo molti anni che Pinn-occhio aveva abitato
in quella casa, la famiglia decise di sbarazzarsene. “E dove lo mettiamo?” disse spazientito il capo famiglia. “Lo buttiamo giù per il gabinetto”
rispose sua moglie, mentre sbadigliando si limava le unghie. “No!” esclamò uno dei figli, “Dai, visto che viviamo vicino al mare lo
butto in acqua”. E così fu. Pinn-occhio una mattina si vide trasportato
in una strana cosa che viaggiava, e poi…. splash!, finì in mare.
Mamma mia, immaginate bambini cosa può sembrare il mare a un
pesciolino che era sempre vissuto una vasca di vetro. Mentre sguazzava
incredulo, un polipetto gli venne incontro, lo guardò bene, e accarezzandosi il
mento col tentacolo numero 5, gli disse “Tu
sei buffo! Hahahahahah!” e se ne andò agitando i tentacoli. Il piccolo
Pinn-occhio si adattò alla nuova vita in fretta, guardava i tonni, gli sgombri
e le anguille, e presto imparò come si vive in mare. Un giorno, quando ormai
tutti i pesci lo avevano accettato, Pinn-occhio si presentò a una riunione di
delfini, tonni, calamari, vongole, cozze, sardine, gamberi, pesci spada,
anguille e tanti altri, e gli disse: “Hey,
ma lo sapete che quando stavo con gli uomini, tutti gli anni a fine dicembre,
un vecchio uomo con la barba bianca e il berretto rosso, un po’ ciccio, si
calava dal camino di casa, o entrava dalla finestra, e lasciava tanti regali
per i bambini degli uomini? Io lo vedevo perché arrivava sempre di notte quando
tutti erano a letto. Lo chiamavano Babbo Natale! E i bimbi degli uomini la
mattina dopo erano tanto felici perché trovavano i suoi regali. Buffo eh?”
concluse Piinn-occhio.
La storia fece ridere tutti i pesci, che pensarono che
l’uomo è veramente strano. Pinn-occhio rimase un poco male, ma dentro di sé
pensò che se una cosa uguale fosse stata fatta per i pesciolini bambini, essi
sarebbero stati tanto felici! Capitò che il pesce spada conoscesse il pesce più
vecchio del mare, e Pinn-occhio corse da lui a raccontargli che tutti i
pesciolini bambini volevano anche loro il……. Pesce Natale!!!!
Il vecchio pesce rimase un po’ stupito, ascoltò bene la storia, ma siccome aveva un grande cuore, ma tanto grande, decise che… va bene, lui avrebbe fatto il Pesce Natale per la felicità di tutti i pesciolini bambini! E si mise a costruire tanti giocattoli per i pesciolini bambini, per i calamarettini, per i vongolini, per gli acciughini, per i polipini, per i gamberini, per i delfinotti, e anche per gli squalotti!
Pinn-occhio era felicissimo, perché in tutto il mare c’era
gran fermento e chiacchiere sul fatto che il 25 dicembre di quell’anno qualcosa
d’incredibile sarebbe successo.
E venne la notte fra il 24 e il 25 dicembre. Il Pesce Natale
col suo sacco di giocattoli si mise a girare per il grande mare e lasciava
giocattoli davanti a tutte le tane dei pesci, dei granchi e anche delle balene.
Pinn-occhio lo aiutava con la sua codina rossa impazzita di felicità!
Eppure…
La mattina dopo i regali del Pesce Natale erano rimasti
tutti fuori dalle tane dei pesci, e nessuno li aveva scartati. Gli scampi e i
gamberi erano impegnati a litigare perché quando camminavano all’indietro si
scontravano sempre. Le cozze non si erano neppure aperte, dormivano. I tonni
erano troppo stupidi per capire cos’è un Pesce Natale, e avevano una riunione per capire come non finire nelle scatolette. Gli squaletti provarono
a mangiarsi i giocattoli, ma la carta aveva un sapore cattivo. I delfini quando
videro il vecchio Pesce Natale, si misero a ridere e lo canzonavano. Le sardine
si svegliarono quella mattina di Natale e si misero tutte in fila a seguire il loro capo
e quindi manco s’accorsero dei pacchetti regalo. I cefali… bè, sono cefali, e
quindi figurati se capiscono qualcosa… Insomma…
… L’esperimento del Pesce Natale fu un disastro, e il
vecchio pesce con Pinn-occhio si ritrovarono da soli a guardarsi negli occhi
molto tristi. Che brutto 25 dicembre, che stupidi che sono i pesci!, pensarono.
Ma ad un certo punto Pinn-occhio ebbe un guizzo! Ed esclamò:
“Pesce Natale, prendi tutti questi
giocattoli, e tu che sei grande e grosso esci dall’acqua, vai dagli umani e dai
ai loro bimbi i giochi!”. Il Pesce Natale scosse la testa, era deluso.
Pinn-occhio insistette, e gli disse “Se
esci dall’acqua c’è una spiaggia e vicino c’è una casetta con una mamma sola e
due meravigliose bambine. Io lo so perché venivano spesso a far visita alla
famiglia dove vivevo io! Va da loro, almeno un regalo o due lo darai e le farai
felici!”.
Ve l’ho detto, il vecchio Pesce Natale aveva un grande
cuore, e accettò. Raccolse alcuni giocattoli rimasti abbandonati in fondo al
mare e li mise in un sacco, poi lento lento uscì dall’acqua agitata dalle onde
e a andò verso quella casetta che gli aveva detto Pinn-occhio. Sbirciò dalla
finestra, e infatti due piccole bellissime bambine stavano su un tappeto a
disegnare coi pennerelli colorati. Il Pesce Natale era in imbarazzo, non sapeva
bene cosa fare, col sacco dei giochi e quel buffo berretto rosso in testa, con
la barba bianca finta attaccata alle pinne.
Bè, allora depose tante conchiglie bellissime e tanti ricci
di mare luccicanti davanti alla porta di quella casa, e in mezzo vi mise i regali.
Poi suonò al campanello………
Ding… dong!
La mamma e le due bambine aprirono subito la porta e
rimasero a occhi spalancati di fronte a questo buffissimo pescione col berretto
rosso e la barba bianca finta. Poi, poi.... si accorsero dei regali e di tutte
quelle meravigliose conchiglie. La bimba più piccola, tenendo con le manine il
suo grembiulino, e molto seria, disse: “Ma
tu chi sei?” “Io.. bè… bè.." disse il vecchio pescione "io sono
il Pesce Natale e vengo dal mare oggi per far felici i bambini come voi, e… e…”,
purtroppo il vecchio Pesce Natale non poteva parlare bene, anche perché l’acqua
di mare gli usciva dalla bocca rischiando di bagnare la mamma e le bambine.
Il vecchio pescione fece ciao ciao con le pinne e tornò
verso la spiaggia. Splufff…
Le bimbe, passato il primo stupore, aprirono i regali e… e... erano bellissimi! Si misero a danzare e a ridere, la loro mamma era
stupefatta!
Ma la cosa più buffa di tutte le cose buffe del buffo, fu
quando le due fortunate bambine tornarono all’asilo dopo il Natale. La maestra
Giovannona, e in effetti era grassa come una mortadellona, chiese a tutti i bambini
come avevano passato il loro Natale. Le due bambine si alzarono con la manina
come dire “possiamo parlare?” La
maestra le invitò a raccontare la loro storia, e le due piccoline dissero a
voce alta e fiere: “Da noi è venuto anche
il… PESCE NATALE! con tanti regali”.
Tutta la classe rimase di pietra. I bambini dissero: “E’ venuto il….. cosa Natale?????”. “Il PESCE NATALE!” ribadirono le due
bambine. La maestra si fece seria e cambiò discorso, aprendo il libro
dell’alfabeto.
Intanto in fondo al mare, nella tana del più vecchio pesce che esiste, Pinn-occhio e il suo anziano amico capirono che gli uomini e le donne non avrebbero mai accettato che esistesse un Pesce Natale, e si rassegnarono per sempre. Inutile, tutto quello che è diverso non è voluto da nessuno, conclusero, e se ne fecero una ragione. Che buffa coppia… un pesciolino rosso e un grande pescione vecchione! Ma si volevano tanto bene, e cosa altro si può desiderare in fondo a un grande mare?
(NOTA: tutte le favole di Barnard sono di sua invenzione esclusiva e coperte da Copyright)