[Paolo Barnard]
A GIULIETTO CHIESA
RISPONDO, SPARATI.
Sparati. Sei patetico oltre il risibile a tentare di
sdoganare il tuo sedere nella fogna dei criminali internazionali per la nobile
intenzione di trarne scambi d’idee e possibilmente “produrre dialogo e risultati inattesi”. Te lo dico in linguaggio
alla Sergio Romano: ma vai a cagare Giulietto.
Sediamoci allora al tavolo dei Casalesi, del Bilderberg, con
Kissinger, con gli apologisti della pedofilia, con l’ISIS fra una testa mozzata
e un’infibulazione… o potevamo sederci al tavolo di Beria, di Eichmann, dei
mostri del Circeo, di Stroessner, perché no? Ah, dimenticavo, al tavolo di quel
porco di Papa Giovanni Paolo II e Pinochet... per trarne scambi d’idee e possibilmente “produrre dialogo e risultati inattesi”. Cristo! Cristo!!!!!
Lo vai a raccontare a tua zia, stronzo e falsario, quello che
poi tu e quei criminali politici vi dicevate nei corridoi. Prendi per il culo
le solite ‘belle anime’ con esperienza di politica internazionale fatta alla
Festa dell’Unità, ma non me Giuly.
E ti dedico questa, seppure adattata al tuo caso: “Non sederti mai con i maiali, ci si sporca,
e poi ai maiali piace”. (G.B. Shaw)
BIG CALM (qui
sotto la polemica con Chiesa precedente)
CHIESA ‘ARRESTATO’ E GLORIFICATO, IO SCRIVO:
L’ITALIA E’ UN DISASTRO
PERCHE’ SIETE QUASI TUTTI COME @sue_ric. CHOMSKY
E… GIULIETTO CHIESA.
C’è la gggènte, e lo sappiamo, sono il
99%. Nati morti e irrecuperabili. Amen. Poi ci sono GLI IMPEGNATI…
… GLI IMPEGNATI…
… OHHHH! LA SPERANZA… EH?
… STOCCAZZO.
La tragedia di questo Paese è che gli
‘impegnati’ sono gente che non sa mettere assieme neppure il neurone Pippo con
quello Pluto, perché se almeno usassero quei due, non sarebbero degli storditi
che mettono nello stresso piatto della lotta per la Giustizia uno come Noam
Chomsky e uno come Giulietto Chiesa. Dioooooooo!
Visitatevi le pagine degli ‘impegnati’
italiani, fatevi sto viaggio nella nausea. Trovate di tutto, seguono tutti a
casaccio, da Gandhi a Borghi e (conato..) Bagnai; poi Travaglio e Bauman
mescolati; poi Grillo e Messora, e seguono anche Zero Hedge di fianco al Fatto
Quotidiano…. e… e… ME! Basta per pietà, non ce la faccio a continuare.
Con ‘impegnati’ così meglio darsi al
porno, sono serio (o suicidarsi).
Un solo esempio: @sue_ric su Twitter, una fra tantissimi, che posta
Chomsky (che conosco bene), e poi glorifica anche Giulietto Chiesa.
Pausa respiro e antiemetici.
Chomsky è Chomsky e punto. Ecco chi è
Giulietto Chiesa:
Si spaccia per appassionato
mentore dei giovani ‘puliti’ anti capitalismo, ma sta in un salotto di
globocrati con infami personaggi come Jaques Attali e Jaques Delor, due dei
maggiori padri dell’Euro criminale, due assassini sociali come pochi dopo il
Nazismo; sta in quel salotto dove sono transitati Andreotti, Cossiga, Gianni de
Michelis, il caridinale Cordero Lanza di Montezemolo, nunzio apostolico in
Honduras, Nicaragua e Uruguay dal 1980-6, poi in Israele, cioè oceani di sangue
e torture e desaparecidos mai condannati dal Vaticano. E poi in quel salotto ci
si trova Fernando Henrique Cardoso, la sinistra neoliberista delle
privatizzazioni brasiliane e degli squadroni della morte ammazza bambini. Sto
parlando del World Political Forum, dove Giulietto Chiesa campeggia in ogni
salsa con tanto di titolo ufficiale.
Chomsky e Chiesa e tutti
gli altri Grandi e grandi porci mischiati nello stesso calderone dalle ‘belle
anime’ impegnate. Abbiamo speranza italiani, intanto io mi faccio una sega
mentre vomito.
BIG CALM
CHIESA
RISPONDE
Mi aspettavo un
rigurgito di "fan" che hanno bisogno di adorare qualcuno. Ma, come
sempre, questo tipo di reazioni collettive può essere utilizzato per fare
qualche chiarezza. Dunque rispondo a quelli che hanno chiesto un chiarimento
mio sulle "accuse" di Barnard nei mie confronti.
Partiamo dal metodo. Un giornalista, o una
persona che vuole rovesciare accuse, dovrebbe documentarsi. Barnard non lo ha
fatto. Deve avere letto qualcuna delle mille fandonie che esistono sul web,
senza fare nessuna verifica. Primo punto: Il World Political Forum non esiste
più da quattro anni. Secondo punto: bisognava andare a leggere il suo statuto e
le sue finalità. Il suo presidente, Mikhail Gorbaciov, insieme a me, aveva
cercato di fondare un "tavolo" di confronto, attorno al quale
riunire, volta a volta, esperti, ex leader politici, intellettuali di ogni
continente. Il WPF doveva servire - e infatti servì - non a definire una linea
politica (cosa impossibile visto che intorno al tavolo c'erano persone dagli
obiettivi e dall'esperienza diametralmente opposti o comunque molto diversi),
ma a stabilire un dialogo non diplomatico tra , appunto,
"diversi". Il valore dell'idea (alla quale mi onoro di
avere partecipato) stava proprio nel dialogo tra "diversi", e nel
"confronto non diplomatico" tra persone che, per competenza,
esperienza e responsabilità politiche assunte in passato, potevano produrre
risultati inattesi o impossibili in altre sedi. Negli anni in cui il WPF lavorò (ora è stato
sostituito dal New Policy Forum, con caratteristiche analoghe anche se non
identiche) ho assistito a discussioni e scontri durissimi, alcuni dei quali
estremamente utili per capire le diverse posizioni, qualche volta per
avvicinarle, spesso per analizzarle da punti di vista inediti. Potrei ricordare
qui la discussione a Cambridge sul disarmo nucleare, o lo scontro, a Budapest,
tra Mario Monti (prima di diventare premier italiano) e Samir Amin in tema di
politiche economiche europee verso l'Africa. Voglio qui dire, semplicemente, che l'elenco dei
nomi fatto da Barnard non significava affatto che fossero tutti d'accordo. Al
contrario! In quegli anni si sono avvicendate al tavolo decine di personalità
della politica e della scienza mondiale, di tutti i continenti, tutti
accomunati dal prestigio internazionale di Gorbaciov: da ex presidenti di
Stati, a primi ministri, a grandi banchieri (fu a Monaco che incontrai Wim
Duisenberg, il primo banchiere europeo, di cui racconto le dure parole di
critica contro Alan Greenspan nel mio libro "Invece della
catastrofe"). Ma niente affatto concordi tra di loro. Insomma Barnard parla di cose che non sa,
confonde le acque, insulta senza motivo, come se io avessi le stesse idee di
Jacques Delors, per esempio, o di Cardoso (che, per altro, non ho mai
conosciuto). Ma, per essere in tema d'attualità, mi piacque ascoltare, a
Torino, un inedito Giulio Andreotti dichiarare pubblicamente, e con grande
forza, che la NATO non serviva all'Europa e che doveva essere sciolta. Con
Cossutta non poteva esserci nessuna convergenza politica, ma ricordo un suo
biglietto, passatomi attraverso il tavolo da pranzo, su cui aveva scritto - mi
pare fossimo a Bosco Marengo - "W il grande Partito Comunista Italiano, W
la grande Democrazia Cristiana. Con D'Alema, figuriamoci quale consenso possa
esserci stato dopo quel giorno lontano in cui venne a casa mia, a Mosca, accompagnando
Enrico Berlinguer, ai funerali di Andropov, se non erro. Ma a Berlino,
recentemente, ebbi piacere di sentirgli dire che l'Ucraina non dovrebbe entrare
non solo nella NATO, ma nemmeno in Europa. Meglio tardi che mai. Dico tutto
questo per spiegare, a chi ha voglia di capire, a cosa serviva il WPF e a cosa
serve il NPF. Invece con Barnard siamo alle solite: del
chiacchiericcio vano che abbonda nel web (dove, pure, dobbiamo navigare visto
che il mainstream ci è nemico), delle cose orecchiate e non verificate, della
facilità estrema con cui si può rovesciare fango sugli altri. Come nelle
ridicole polemiche contro il Club di Roma, alle quali ho risposto in un mio
articolo del 25 luglio 2013, riprodotto sulla mia pagina qui, a destra. Fatica
quasi vana, perché, come gl'insulti di Barnard, sul web nulla si
cancella. Dunque i suoi ammiratori ammirino pure
tranquillamente. La mia intenzione non era quella di far loro cambiare
opinione: era invece di spiegare perché è molto difficile, per non dire
impossibile, collaborare non solo con uno che ti chiama "porco", ma
anche con uno che spara nel mucchio, prima di "farsi una sega",
possibilmente "vomitando", senza nemmeno verificare da dove ha preso
le informazioni. L'unica cosa che mi preme sottolineare: io non ho mai speso
una sola parola contro di lui. E con questo chiudo l'argomento, per quanto mi
riguarda.