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GLI OCCHI DI LEI.

 

C’è un ragazzo che mi segue, e che pochi mesi fa mi ha scritto su Facebook: “Ho un tumore al cervello. E mi è morto il secondo genito appena nato. Non è il tumore, io sono una roccia, è il mio bambino perduto… per lui, è dura per noi”.

La foto del suo profilo di Facebook lo ritrae bello, statuario, e abbracciato a una bella ragazza che sorride.

Non posso staccare lo sguardo dagli occhi di lei. Non posso smettere di pensarla alle 7 di mattina mentre da sola prepara la colazione per il marito e la bambina rimasta, in quei minuti in cui è sola in cucina e deve, anche oggi, raccogliere le forze di Ercole e del Creato per andare avanti. Quei minuti sola in cucina. Lei.

Non posso staccare lo sguardo dagli occhi di lei, che vorrei rapire e ridipingere con la mano di Dio che cancella tutto, il tumore, e quel piccolo morto. Vorrei essere Dio ogni volta che guardo gli occhi di lei.

 


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