[Alcune considerazioni su...]

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... poi forse avremmo una speranza nell’informazione

"In televisione e' vietato tutto ciò che e' libero, indipendente e autonomo, Perché? Perché non si sa mai cosa può dire uno libero, che non risponde, non si sa mai cosa potrebbe fare, non si sa mai cosa potrebbe raccontare, non si sa mai cosa potrebbe andare a scavare un giornalista, un attore, un intellettuale che non sia asservito.

 Se uno è asservito è controllabile, si conoscono le dimensioni del suo guinzaglio, e si sa anche chi lo tiene in mano il guinzaglio. 

Chi non ha il guinzaglio in televisione in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell'altro un suo guinzaglio ce l'ha.

 Si tratta a volte di scoprirlo, per quelli più furbi, che lo nascondono meglio, per altri si tratta di capire quanto è lungo, ma non c'è dubbio che chiunque lavori in televisione nei posti chiave, che si occupano di informazione, di attualità, o che si occupano di settori limitrofi, il guinzaglio c'è e lo tiene in mano qualcuno.

 Poi ci può essere qualcuno che ha il guinzaglio e pure è bravo, non è mica escluso, è difficile, ma non è escluso. La regola è comunque che ciascuno deve essere controllabile e ciascuno deve essere prevedibile , ciascuno deve avere qualcuno che garantisce per lui altrimenti sulla base delle proprie forze e delle proprie gambe lì dentro non ci si entra.

di Marco Travaglio, in un discorso a Faenza il 5 settembre 2006. Il 14 settembre 2006 Marco Travaglio entra in RAI come ospite fisso, e diventa una star.

Questo virgolettato dovrebbe fare sette volte il giro d’Italia, dei blog, dei social network, dei dibattiti. Poi forse avremmo una speranza nell’informazione.

 


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