CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ (e mie proposte)
Voglio essere chiaro. E’ osceno che gli insegnanti italiani, o
parte di essi, trovino oggi questa energia per difendere la scuola
contemporanea, e non per farla a pezzi. Questa scuola è erede di un sistema che
è responsabile nella Storia di crimini contro
l’umanità, avendo coscientemente devastato l’anima e il futuro di infinite
generazioni di esseri umani innocenti, per il solo fine di defogliarne, chemioterapizzarne l’indipendenza di pensiero, l’autostima
e dunque qualsiasi futura capacità di essere cittadini attivi. I mandanti di questa catastrofe sono da sempre i sistemi Stato. Le sofferenze
che da ciò sono derivate sono incalcolabili, così come la violenza sociale che
ne è stata un prodotto secondario. Gli insegnanti di ogni
epoca, inclusa quella moderna, sono complici di questo orrore, complici di
crimini contro l’umanità. Molti direttamente e attivamente, altri come comparse silenti, ma non per questo meno colpevoli.
L'unica cosa
morale che essi dovrebbero fare oggi è chiedere perdono, fare una lunga
autocritica e distruggere questa scuola del tutto.
Per le ragioni
sopraccitate lo spettacolo dell’alleanza fra
insegnanti e alunni di questi giorni è uno scandalo. Gente che partecipa ai Killing Fields
della scuola tutto l’anno (volenterosamente
o comparse silenti), per alcune settimane si
parano pubblicamente come i difensori del futuro degli alunni. George Orwell
aveva visto lontano.
Eppure i mezzi per vedere ci sono, la letteratura per illuminarsi
c’è. A nulla sono valsi decenni di articolata critica
a questo scempio da parte di diverse correnti pedagogiche antagoniste; la
scuola continua imperterrita in tale
funzione.
Certamente anche la famiglia, con l’estrema povertà di mezzi relazionali che distingue la genitorialità media
(dove trovano preminenza il ricatto, la violenza e l’umiliazione come ordinari
strumenti educativi), non è estranea a ciò, ma le infinite variabili dei suoi
modelli e dei suoi percorsi esistenziali non ci permette di quantificare il
danno che essa arreca all’autostima del bambino con la stessa scientificità
dell’osservazione, verifica e replicabilità del
fenomeno che sono possibili nel setting scolastico.
Questa la critica. Ora le proposte. Primo, un intervento di storica portata, una vera e propria rivoluzione
culturale, a livello scolastico, dove l’istituzione scuola si prefigga come
prima ragion d’essere non più l’insegnamento di una lista di materie, ma
l’istillare nell’individuo il senso della sacralità, unicità e dignità del suo
valore in quanto essere umano di per sé, indipendentemente da qualsiasi altra
cosa, a prescindere dalla sua provenienza, cultura, o capacità individuale. Qualsiasi
valutazione basata sulla sua abilità nel macinare nozioni e nel ripresentarle
ben confezionate deve essere secondaria, e gli insegnanti coltiveranno negli
alunni il principio secondo cui mai un fallimento in
queste secondarie valutazioni va tradotto in una ferita al valore personale,
ovvero in perdita di autostima, che è perdita di amore per sé stessi. Oggi queste sciagure sono la regola.
Le priorità del sapere nella ‘nuova’ scuola dovranno porre al
primo posto il valore dell’esistenza collettiva come unica possibilità
razionale di sopravvivenza e come imprescindibile atto
di intelligenza oltre che di buon senso. In parole semplici: insegnare che il
massimo impegno per l’altro è un investimento che ti esce dalla porta per
rientrarti con gli interessi dalla finestra, e questo conviene a tutti (da qui
il senso civico e l’etica del lavoro). Dunque essa sarà la prima materia
d’insegnamento come importanza, a scalare poi verso le altre materie che
tuttavia dovranno essere riformulate a seconda delle
reali priorità del bambino, dell’adolescente e dell’adulto contemporanei. Per questi due ultimi gruppi fornisco alcuni esempi:
insegnare l’economia, come strumento di propria sopravvivenza e come strumento
per l’equilibrio fra i popoli, cioè come strada per la fine della sperequazione
della ricchezza; la globalizzazione dei conflitti, le ripercussioni sulla nostra vita e cosa possiamo fare per
fermarli; l’intercultura nell’era delle grandi migrazioni, come convivere, come
essere cittadini globali; l’uso dell’energia nella quotidianità, le sue fonti rinnovabili e non
nell’economia del pianeta; il rapporto fra i generi, la conoscenza e il
rispetto delle differenze maschio femmina; istillare il senso critico a 360 gradi e la libertà di pensiero, che garantiscono la nascita di cittadini protagonisti e non seguaci passivi manipolabili dal mercato o dai regimi; le spiritualità, e il rapporto con
la morte; l’educazione alla salute, igiene personale, cibi e organismo umano,
chimica dell’ambiente, prevenzione ecc., che si tradurrebbe in un risparmio per
la Sanità di centinaia di milioni. Poi matematica, italiano, Storia
e il resto, bilanciando le ore disponibili fra le varie materie, eliminando
quelle ormai obsolete o meno prioritarie nel terzo millennio, ovvero riducendo i carichi di alcune materie a favore delle nuove.