La gelataia, e perché siamo solo in 401. I Summit a rischio, serio.
Oggi sono entrato in una gelateria di una città emiliana, e la donna al banco si è impietrita. Prima che potessi preoccuparmi, la donna ha esclamato puntandomi il dito alla Uncle Sam Wants You!: “Lei è il giornalista famoso! Lei… lei… ah! Sì, lei è Paolo Barnard. Tenga duro, noi a casa siamo in sette e parliamo quasi solo di lei la sera. Lei ci ha spiegato perché oggi io qui pago appena le spese e fine della festa… e non fosse per la pensione di mio marito e due miei figli che lavorano…”
Io: “Signora, venga a Rimini”.
Lei: “Eh… sa…” e si mette entrambe le mani in tasca, come a dire, non ce né.
Avete un’idea di quanti italiani così ci sono oggi in giro? Mi conoscono, si riempiono la bocca e le serate di Barnard e MMT, di quanto ho ragione, di "speriamo che non molli…" Io oggi sono letto da italiani ordinari da Aosta a Palermo. E questi non sono i ragazzetti scemi del web che oggi litigano contro di me o con altri, non sono i grillini o i Bourka-boys, non sono le serpi in seno che ho cacciato a calci.
Quando ero a presentare la MMT a Nuoro mi si avvicina un artigiano e mi dice:
“Barnard, io rappresento un gruppo di 7.000 artigiani associati, e noi la seguiamo tutti, venga a parlare da noi”. Settemila solo lì.
Se solo il 10% di tutti gli italiani che mi condividono capisse che 40 euro gli possono salvare l’azienda o il futuro dei figli, riempiremmo due volte il PalaCongressi dell’EUR a Roma. Forse tre volte.
Ma siamo a 401 iscritti paganti al 19 settembre, di cui 50 sardi (e quei 7.000?). Neppure sufficienti a pagare i biglietti aerei e i traduttori. Questa è la bella Italia.
I summit sono a rischio di cancellazione reale. I summit sono l'unica offerta autorevole per salvare il Paese e i vostri redditi, i diritti, la democrazia. Il 5 ottobre
è la scadenza per i versamenti utili a capire se si fa o meno.
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