IL MONDO DI BREXIT, CINA, GERMANIA, TRUMP, E L’ERRORE MADORNALE DI SOVRANISTI E MMT.
Il Sovranismo monetario italiano e la MMT rischiano di
screditarsi per abbagliante miopia. Va fatto altro con urgenza. Ma onestà
intellettuale impone di avvisare subito: non siamo più nel 2011, siamo in un
altro secolo economico ora. Ciò che va fatto per avere una realistica speranza
di vedere l’Italia fuori dall’euro è adesso di una mole e complessità
spaventose. Per quanto ho visto, quello che ancora vi raccontano i vari
gruppetti Sovranisti con leaders al seguito, e anche la MMT, sono solo frottole
decadute oggi. Ma iniziamo da questo:
- Siamo travolti da un Vajont di dati catastrofici sulla
nostra economia.
- Siamo gli ultimi in Europa in quasi tutto: PMIndex,
innovazione/tech, crescita salari, infrastrutture, la crescita PIL reale è a
quasi zero e la crescita prevista è un miserabile 0,6% nel 2019.
- Infatti siamo proiettati al 2024 come ancora gli ultimi in
UE e molto sotto la Spagna.
- Siamo gli unici del G7 a non aver mai recuperato ai
livelli pre 2008.
- Siamo dietro a Polonia e Repubblica Ceca per produttività.
- L’export dei nostri marchi è in calo persino con la
Germania.
- Le aziende del Nord Italia non solo neppure si sognano di
parlare di “Relocation” (che è il
processo di riportare in patria i posti di lavoro che avevano esportato a Est),
ma stanno di nuovo scappando in Slovenia piuttosto che sborsare per il Decreto
Dignità di un governo di stolti che gli
impone solo quei costi, mentre non
gli crea nessuna economia per poterli pagare, perché Lega e 5S dopo le
strombazzate si sono messi a stuoino di Bruxelles, e sulle tasse hanno tolto i
centesimi del caffè.
Poi ce ne sarebbe da arrivare a Pasqua a scrivere. I
ristoranti sono pieni, certo, i ragazzini spendono, certo, e tutti questi non pensano
a, né sanno, un cazzo. La realtà è che l’Italia sta vivendo su un immenso
debito, e non parlo del Debito Pubblico, ma della legge economica inconfutabile
secondo cui chiunque, come appunto la maggioranza degli italiani, campi bene mangiando
sull’immenso risparmio nazionale, sta mangiando soldi che sono stati il debito
di altrettanti italiani. E dove si va a finire per sta strada? Ovvio.
Poi certo, rimane
sacrosanto l’assioma che siamo conciati così per colpa della Moneta Unica Euro
(non riscrivo qui il mio lavoro di 10 anni). Ma è proprio qui che arrivo al
punto.
Otto anni fa fu legittimo chiamare a raccolta gli italiani
per insegnargli come uscire dall’euro in ’10 facili mosse’. Lo facemmo spiegando
la MMT in conferenze, e io in Tv più libri, e fu un notevole successo, ma
attenti: il mondo di 8 anni fa era letteralmente
un altro pianeta. I cambiamenti oggi in fase di fulminea evoluzione sono
colossali, e oggi tornare alla carica per uscire dal criminale euro con i grafici
e le formulette sintetiche della Prof.ssa Stephanie Kelton e del Sig. Warren
Mosler, o con le conferenzine del Sovranista di turno col Power Point, non è
più neppure pallidamente sufficiente.
Ma, chiederete, cos’è cambiato? Inizio dalla prima evidenza macroscopica.
Brexit.
Pochi giorni fa ho scritto a due massimi economisti MMT,
cioè Marshall Auerback e Warren Mosler, una mail dove esponevo i seguenti
concetti qui sotto riassunti:
“So benissimo che
uscire dall’Unione Europea e dalla Moneta Unica sono due sfide enormemente
diverse, la prima molto più intrattabile. Ma non esistono dubbi che la
grottesca e davvero agghiacciante agonia persino di una Superpotenza come la
Gran Bretagna a fronte del potere di fuoco di Bruxelles e della ansie degli investitori, cioè Brexit, abbia mandato a ogni
singolo europeo, soprattutto agli imprenditori di ogni stazza esistente, un segnale
di panico al solo pensare a qualsiasi proposta che contenga il suono “exit”…”
“E questo ha una sua ragione però. In effetti nessuno nel 2016 si
sarebbe immaginato fino a quali profondità, in ogni sfera del vivere di un
Paese, una rottura con la UE e le ansie degli investitori avrebbero provocato 1)crisi
di fiducia, 2) intrattabili intrichi legali capaci di protrarsi per anni o
decenni 3) fibrillazioni politiche interne, 4) e concreti danni per miliardi…”
“Se, dopo quanto
sopra, voi economisti MMT vi ripresentaste oggi in Italia, per poter essere
presi sul serio su eur-exit dovreste
saper rispondere a un volume di domande mille volte quelle che vi furono poste dal
2011 al 2014…”.
“Per essere oggi presi
sul serio nel pronunciare un suono “exit”, anche solo parlando di Moneta Unica,
voi e noi dovremmo confrontarci in sessioni di altissimo livello con tutti i
maggior attori economici di questo Paese. E parlo di: banche, fondi comuni,
lavoratori del settore pubblico e comparti occupazionali privati, grandi e
piccole/medie imprese di ogni sorta, settore energetico, esportatori,
agricoltori e interessi regionali con relative filiere produttive, sindacati, operatori
del turismo, università e settore Tech, investitori e risparmiatori domestici
di ogni portata, legislatori, ministeri e aziende di Stato, et al…”
“Li potremmo
convincere anche solamente a iniziare a considerare un suono “exit” solo se noi
e voi sapremo sederci in lunghi, costosi (!), tavoli dove dovremo rispondergli
su ogni singola domanda – e saranno complessissime – per convincerli che esiste
anche solo una moderata speranza di farcela fuori dall’euro, conciati come già
siamo. E farcela considerando che questo Paese navigherà in un mondo che è un
altro pianeta rispetto a solo 8 anni fa….”
“Non meniamo il can
per l’aia: qui si tratta di saper raccontare all’Italia intera esattamente chi vince e che cosa se si esce dall’euro – sperando che davvero la bilancia penda
nei calcoli dalla parte sovranista – poi chi
perde e in quanti perderanno, e la somma realistica dei prezzi, e per quanto tempo stimato i cittadini
dovranno sopportarli. Incontri
serrati, attore economico dopo attore economico, politico dopo politico, quindi
una squadra MMT decuplicata rispetto al ‘facile’ 2011. Domanda: la potreste
mettere assieme?”.
Prima di elencare altri fattori fra quelli che hanno
totalmente cambiato le carte in tavola per un eur-exit, penso a cosa invece sta
facendo il Sovranismo monetario nostrano in questo momento. Allora: per decenza
umana – neppure parlo di un tipo di decenza superiore, come quella
intellettuale, ma proprio quella di base – dal termine Sovranisti vanno oggi
epurati Lega, Salvini e i vergognosi suoi economisti Pippo&Baudo. Cioè, c’è
un limite all’indecenza, ok? La Meloni ha il know-how per uscire dall’euro di
un criceto, Liberi & Uguali oltre a essere microscopici sono per ora non
pervenuti. Quindi chi rimane in Italia? I gruppetti Sovranisti o formazioni
politiche dello 0,2% circa. E questi che fanno? Stanno pensando forse di
iniziare a costruire uno schieramento di esperti in grado di fare ciò che ho
descritto sopra? Ma per favore.
Insistono nell’errore madornale di credere che ‘blogghett-ando’,
‘Social-ando’, e ‘conferenzin-ando’, hanno delle chance nell’era di Brexit di
convincere un Paese moderno, e le sue imprese, a prendere di petto Bruxelles
stracciandone i Trattati più centrali. E purtroppo la stessa cosa stanno
facendo quelli della MMT. Addirittura, e credetemi mi duole dirlo, un
economista della stazza di Marshall Auerback mi ha risposto liquidando la colossale
vicenda Brexit come “colpa
dell’incompetenza della May” e spedendomi un suo articolo sulla crisi della
Moneta Unica che è una delle più banali e antiquate semplificazioni di ciò che
sta accadendo qui che io abbia mai letto. Mi sono cadute le braccia.
Ma veniamo al resto di ciò che ha cambiato tutto rispetto al
2011.
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Nel 2011 alla domanda “e
i disoccupati?” era possibile rispondere con la formuletta MMT dei Programmi di Lavoro Garantito (PLG) gestiti
dallo Stato per formare ogni disoccupato, dandogli un lavoro in attesa che poi
il settore privato recuperi a sufficienza per riassorbirli tutti. Ma:
1) In quegli anni non era ancora esplosa la fulminante
rivoluzione delle Nuove Tecnologie e delle Artificial Intelligence. Ora tutto è
diverso, e ditemi realisticamente che mezzi avrebbe lo Stato italiano sovrano
nella moneta oggi per davvero prendersi, ad esempio, un magazziniere
disoccupato e formarlo con un lavoro di Stato negli Smart Logistic Networks zuppi di Artificial Intelligence (spiegati qui), ma che
sono la realtà e futuro di qualsiasi azienda competitiva? Lo Stato italiano
manco sa cosa sono gli Smart Logistic
Networks, e allora quale azienda si prenderebbe oggi un disoccupato formato
dai PLG di Stato a sistemi da anni ’90? Lo stesso vale per molti altri mestieri
dove almeno le basi della Machine
Learning stanno diventato pane quotidiano.
2) In quegli anni la Cina sembrava destinata a tirare come
un toro l’intero mondo sia esportandoci a bassi costi, sia comprandoci montagne
di cose. Quindi il settore privato italiano poteva supporre uno stato di salute
tale da davvero riassorbire almeno una parte dei lavoratori alimentati dai PLG
di Stato. Oggi la Cina non solo è piantata e nessuno davvero sa come, e se mai,
ripartirà come prima (si veda anche lo stallo improvviso del suo faraonico
progetto multi miliardario della Nuova Via della Seta), ma è in guerra di dazi
con Trump, e non se ne vede la fine. Ci saranno delle tregue, ma non la fine.
E’ ormai noto che persino l’economia tedesca si sta arenando per questi motivi,
e Berlino ha ammesso che nel 2019 la sua crescita sarà la più bassa da 6 anni.
Ribadisco: se cala la Germania, sono ancora batoste per le aziende italiane, poi
ci mettete il fattore Cina e altro che assumere quelli del PLG in un settore
privato italiano fiorente.
E allora, detto tutto ciò, dove finisce la facile formuletta
2011 del “Disoccupazione? C’è il PLG, no
problem” della MMT?
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Nel 2011 l’idea di un’Italia giacobina, cioè clamoroso e
isolato esempio di rottura dai sistemi globalisti sovranazionali, ci esaltava,
ci sembrava plausibile anche nel terzo millennio. Oggi invece abbiamo sul
tavolo le evidenze agghiaccianti di come l’isolazionismo nel XXI secolo, anche
se giusto in linea di principio, venga macellato senza pietà, addirittura
peggio che in epoche passate. Grecia, Argentina, Venezuela, Gran Bretagna e
persino gli Stati Uniti sono esempi alla mano. Neppure Donald Trump, pensateci,
è riuscito a isolare davvero l’America fuori dalla NATO, WTO, NAFTA, Delocalizzazioni,
dipendenza dal petrolio di altri e fuori dalle trappole del Medioriente (ammesso
che lo volesse davvero). Per non parlare appunto di Brexit.
Ora immaginate in questo contesto le prescrizioni di come
uscire dall’euro in ‘10 facili mosse’ di Warren Mosler applicate all’Italia del
2019, quando attorno a lei verrebbe fatto il doppio della terra bruciata che in
queste ore si sta facendo attorno alla Gran Bretagna. In soli 8 anni è cambiato
tutto. Ciò che trapela da Grecia, Argentina, Venezuela, Gran Bretagna e persino
dagli Stati Uniti è che adesso ogni vagito
di isolazionismo sarà opposto con una ferocia, e con una coesione dei Poteri e
degli investitori, senza precedenti nella Storia contemporanea. E spiace
dirlo, ma qui né gli italici sovranisti né la MMT americana hanno risposte
neppure lontanamente adeguate in caso di Ital-exit dall’euro e conseguente,
quanto certo, attacco ‘nucleare’ contro un isolazionismo monetario di Roma, un
attacco che solo 8 anni fa sembrava impossibile.
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Nel 2011 (e poi mi fermo, perché se no devo scrivere un libro)
l’Occidente aveva aperto tutte le bocche di fuoco per uscire dallo storico
crash del 2008. In particolare, non si dimentichi mai, l’euro ricevette una
spinta atomica dal celeberrimo “Whatever
it takes” di Mario Draghi
pronunciato nel luglio 2012, a cui poi seguirono altre tre propulsioni nucleari
dell’economia europea chiamate LTRO, TLTRO e QE. Altrove nel mondo, come detto
prima, sembrava che la Cina decollasse per l’iperspazio, il mercato del
petrolio era abbastanza stabile, il costo del denaro era quasi a zero ovunque
da noi, l’America neppure immaginava l’arrivo di Trump, le rinnovabili
promettevano magie fra 5 minuti, e le Nuove Tecnologie e Artificial Intelligence
(pur essendo una realtà che davvero c’è) infondevano un ottimismo un po’ troppo
galoppante fra gli investitori e le aziende. La MMT e i Sovranismi avevano un
senso in quei contesti. Il perché lo capite qui sotto.
Siamo al 2019 e ogni singolo punto sopra è, o collassato, o
ha cessato di funzionare, o è instabile, o non ha mantenuto le promesse, o ha
decisamente peggiorato l’economia globale. La realtà che un’Italia fuori
dall’euro dovrebbe adesso affrontare è che, anche immaginando un suo magico
successo (che ho già incrinato nei punti precedenti), essa si troverebbe
sovrana nel mezzo di una stagnazione globale forte, e di una stagnazione
europea tragica. Sulla UE in particolare va detto questo: Mario Draghi finisce
il mandato da pietoso buffone che tenta di tenere i pezzi della sua faccia
incollati fra loro di fronte alle telecamere delle conferenze stampa, ma la
realtà è che l’Eurozona è cresciuta allo 0,2% (!!) nel 2018 e cioè l’esatta metà
della previsioni del Mario, e aspettate: lo 0,2% è precisamente la sua crescita
mediana per almeno 7 anni prima, con nel bel mezzo una Germania che, sì,
esatto, è nel pantano.
Ma qualcuno là fuori si rende conto che, dietro gli
imbarazzanti titoli dei quotidiani, la realtà è che la Deutsche Bank è FALLITA? (Paolo
Barnard lo diceva alla Gabbia 4 ani fa) Si parla di un suo bail-out di
Stato attraverso una fusione con un’altra ex ammiraglia tedesca, la
Commerzbank, che è solo di poco messa meglio. Lasciate perdere la reazione da
cortile della serie “gli sta bene a ste
merde tedesche” o l’altrettanto miope “ma
allora motivo in più per uscire dall’euro!”. Non è solo la super banca che
affoga in Germania, sono anche i posti di lavoro giovanili e le infrastrutture.
Ciò che questa storia ci racconta è che, sveglia!, il Pianeta è in recessione.
E allora venendo all’Italia Sovranista o MMT, che cazzo credete che faremmo noi unici a sventolare la nuova Lira nel
mezzo di un mare di lacrime? Non era questo il quadro nel 2011-12-13-14-15.
La MMT delle formulette del 2011-2 di Kelton o Mosler, o sti
Sovranisti, ci saprebbero convincere, e saprebbero convincere “banche, fondi comuni, lavoratori del settore
pubblico e comparti occupazionali privati, grandi e piccole/medie imprese di
ogni sorta, settore energetico, esportatori, agricoltori e interessi regionali
con relative filiere produttive, sindacati, operatori del turismo, università e
settore Tech, investitori e risparmiatori domestici di ogni portata,
legislatori, ministeri e aziende di Stato” che con la moneta sovrana ma in
quel mare di lacrime e stagnazione sia globali che UE – e dopo aver sofferto
una guerra spietata e pagato prezzi alti – lo stesso un’Italia sovrana sarebbe
un passo avanti?
Se sì, ne sono felice, ma oggi qualunque gruppo Sovranista e
qualsiasi MMTista è chiamato, se vuole essere preso minimamente sul serio, a rispondere, dicevo, non alle 20 domande del 2011, ma alle 2.000 domande serissime
del nuovo pianeta Terra nel 2019, proprio perché c’è recessione, paura,
precarietà che stanno dilagando. E attenti: questa recessione è peggio del
crash del 2008. Semplice: un crash è un danno una tantum, una recessione
globale è sistemica, lunga e infiltrante. Ben altri guai.
E allora lo dico chiaro: o io parlo a interlocutori ferrati
che spaccano un capello con uno sguardo su tutte quelle 2.000 domande, e lo si
fa davvero in almeno due anni di intensivi come descritti all’inizio
dell’articolo, oppure vi consiglio di prendere Sovranisti e MMTisti che ancora
vanno ‘blogghett-ando’, ‘social-ando’, e ‘conferenzin-ando’, e tirare lo
sciacquone. Ne va proprio del minimo di serietà politica, economica e morale
che io conosca.
Io sono Paolo Barnard, forse il primo in Italia 10 anni fa a buttare tutto se stesso sui media a favore del Sovranismo MMT per uscire dal criminoso euro. Ma io ho una coscienza dialettica, io rispondo in primis a quella coscienza. E ora vedo che quasi tutto è cambiato, e vedo che se oggi anche solo si contempla di abbandonare la Moneta Unica va fatto ben altro e con forze centuplicate, come racconto in questo articolo e con le motivazioni. Io non sono arroccato su ricettine divenute fasulle come i Rinaldi, Mori, Zoccarato, Fassina, o i Palma per scavarmi un posticino pubblico mentre mando alla rovina il pubblico per voluta ignoranza. Ok?
Ci sarebbe tantissimo altro da aggiungere, ma in questo spazio ho solo potuto dare un'idea delle sfide con alcuni esempi. A voi il compito: THINK.
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