[Alcune considerazioni su...]

(versione stampabile)


SERGEY VOLEVA UNA PIZZA. PER I GIOVANI DEI 18-26 ANNI, URGENTE.

 

Sergey Brin e Larry Page volevano una pizza d’asporto. Avevano fame, la fame dei ventenni che già così giovani sgobbavano sui libri alla Stanford University. Ma finirono a digiuno, ed è precisamente per questo che nacque Google, cha possiede oggi un valore di mercato di 245 miliardi di dollari. Non è una battuta, se quella fatidica pizza gli fosse stata consegnata, quasi certamente ora il mondo non avrebbe Google e l’Impero super TECH & AI che si porta dietro coi marchi Alphabet o Deep.

Ma ciò che per voi ragazzi (ahimè) italiani – che oggi avete dai 18 ai 26 anni (massimo) e che state per acquisire delle capacità elevate o le avete appena acquisite (nella, o fuori dalla, università) – ciò che conta, dicevo, sono due postulati che Sergey Brin vi lascia dalla sua esperienza dal 1993 fino a oggi, e che Barnard deve impartirvi per farvi sopravvivere con quello che sta arrivando. Si trovano sotto.

Come brevissima premessa vi spiego il significato del termine inglese Moonshot, che vi assicuro nella vostra (vi auguro) carriera sentirete di continuo in futuro. Moonshot è la derivazione nelle azioni concrete della ‘Vison’, cioè quella capacità dell’individuo di osare 'oltre' ciò che tutti ritengono sensato (Moonshot), perché lui/lei vede 'oltre' ('Vision'). Ok, se uno vuole nella vita, e in qualsiasi campo, finire a fare le cose di tutti (ma finiranno peggio di così, nda), neppure continuate a leggere. Se uno vuole riuscire, allora vi servono sia la ‘Vison’ che il Moonshot”. Ripeto: osare sempre un passo oltre gli altri, immaginare sempre un passo oltre gli altri (io sono partito dalla miseria della periferia di Londra, ma ho sempre osato l’impossibile, fino all’assurdo, e leggetevi poi il mio CV).

Dunque parlavamo di Sergey Brin. A sei anni era un immigrato russo negli USA, in miseria. Studia come un pazzo a forza di borse di studio, e arriva a trovarsi una sera assieme a un altro NERD, Larry Page, con una fame della madonna, a 20 anni. Internet è appena nato, ma Sergey vuole usarlo quella sera per ordinarsi la pizza online. Roba impossibile, perché nel 1993 praticamente nessun ristorante ha ancora email e connessione. Ma hanno i fax, e Sergey si ricorda che c’è un rudimentale sistema DNS che può collegare il primitivo Web ai fax. Lui e Larry scribacchiano un programmino web, ci ficcano l’ordine delle pizze e lo spediscono al fax della pizzeria.

Fra l’altro, questo per i due NERD era anche un test per verificare se avrebbero potuto far soldi inventando, appunto, un programma Web per ordinare le pizze. Ma passano 2 ore e non arriva nulla. Brin chiama la pizzeria e il tizio gli risponde che sì, hanno il fax, ma “chi cazzo ha tempo di controllarlo”. Ok, fallimento dell’idea. E Sergey racconta: “Fummo veloci a capire che era un’idea del cavolo, e mollammo tutto per ficcarci a capofitto nel Data Mining, un nuovo campo allora”.

Oggi tutti sapete cos’è nato da quel Data Mining frutto di una pizza fallita (assieme a quel Web-pizza-program): sono nati Google-Alphabet e i suoi colossi TECH, cioè la più ricca azienda del Pianeta. Sergey dice: “Un fallimento è stato la nostra fortuna.

Da queste righe, ragazzi e ragazze, Sergey Brin deriva due suoi postulati che, per lui, devono essere la base imprescindibile di chiunque nella vita voglia riuscire. Direi che come Tutor, lui, non è male, leggete:

1) “Il tesoro nell’apprendere, non sta in quanto probabile sia il successo finale, ma in tutto ciò che s’impara strada facendo, anche se si finisce a fallire in quella strada. Questa è oggi la Religione di tutti i più avanzati cervelli di Silicon Valley, è la nostra Religione a Google”.

2) “Il modo di procedere di chi si mette in un’impresa di ogni tipo, in una Startup, in una professione, deve essere il Fast Development Cycle (ciclo di sviluppo veloce). Cioè bisogna tentare un metodo dopo l’altro, ma veloci, senza soffermarsi troppo tempo su un’idea che si dimostra lenta a dar frutti. Chiunque davvero sa osare nella vita, si fa venire schiere d’idee del cavolo e spesso fallisce, ok, ma è essenziale scartarle velocemente e fallire rapidamente. Tornando a me e a Larry, la nostra fortuna fu che l’idea del programma Web per le pizze fallì in 2 ore. Se ci fossimo incaponiti sull’idea, oggi saremmo due sfigati che hanno inventato un programma per ordinare pizze online. Ma un sacco di gente vi dice che, al contrario, ci sono 100 motivi per andare lenti; però alla fine abbiamo visto che il Fast Development Cycle è quello vincente. Si deve essere capaci di fare delle scelte anche dolorose, ma conta farle o sbagliare il più rapidi possibile”. **

** Per chiarire meglio: Brin sa bene che le scoperte sia scientifiche che umanistiche richiedono lunga dedizione a un’idea se davvero ci si crede. Lui però ci dice che, pur tenendo un’idea fondamentale ben ferma davanti a sé (nel loro caso fu il Data Mining), le centinaia di strade per arrivarci, e relativi fallimenti, devono susseguirsi rapidamente. Mai stare ad accanirsi su una strada che non produce risultati. No, via subito, nel cestino, anche se sembrava valida, e buttarsi sulla prossima.

Spero che queste poche righe possano aiutare la minoranza di giovanissimi e di giovani là fuori che non sono Italians, e che capiscono davvero cosa ci sta arrivando addosso. Tutti gli altri ciuffi/e et adulti (di questi ultimi il 99,9%) non m’interessano più, perché davvero gli Italians si meritano ciò che hanno e avranno, come ho scritto nell'articolo precedente. Nel destino umano, la salvezza è sempre di pochi. Forza ragazzi e ragazze, 'Vision' and Fast Development Cycle. Solo dopo ordinate la pizza.

 


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