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LA GAFFE DI GOLDMAN SACHS CI DICE TANTO.

 

E’ verissimo che la Cina fa paura al mondo. E’ vero che il Presidente Xi ha stanziato 900 miliardi di dollari per ri-fondare l’antico Impero cinese chiamato Via della Seta. E’ vero che la Cina ha un vantaggio immenso nelle Artificial Intelligence (AI) perché ha quasi un miliardo di clienti senza nessun diritto e su cui operare a man bassa la parte fondamentale per lo sviluppo delle AI: il personal data collection. E’ vero che la Cina sta proponendo la sua valuta, lo Yuan, come valuta di riferimento mondiale per l’acquisto di petrolio, oscurando il dollaro.

Molti, e non solo il pubblico spaventato ma anche fior di analisti, danno la Cina come prossima super Potenza in cima al mondo, scalzando gli Stati Uniti in tempi non lunghissimi.

Ma la verità è ben altra. Piaccia o no, Uncle Sam (gli USA) è ancora il padrone maggiore, e vi rimarrà molto a lungo. Questo ha implicazioni enormi non solo per la geopolitica, ma proprio anche per le economie come quella dell’Italia. Infatti non solo non ci sarà a breve nessuna invasione di nuovi padroni cinesi, nelle proporzioni che vedemmo con gli americani dopo la II guerra mondiale, ma oggi Uncle Sam si sta lanciando a… yes, esportare verso la Cina, ribaltando di 180 gradi il paradigma storico di Pechino come oceanico esportatore divora-dollari. Imprenditori Italians, sarà meglio che vi attrezziate.

Questo anche in virtù di quella che Paolo Barnard ha per primo descritto come la vera fine del capitalismo, là dove la triade fondamentale ad esso – 1) Capitale 2) Classi Consumatrici Agiate Occidentali 3) Miliardi di disgraziati nel resto del mondo che ci fanno le cose per 1 dollaro al giorno – sta saltando alla velocità della luce. E la Cina ne è il primo esempio clamoroso, perché oggi in quel Paese la classe media si sta replicando con la velocità di un virus mortale, e Pechino ora deve importare, e ciò significa che sta pagando salari che possono pagare quelle importazioni. No scelta. Tuttavia, per i cinesi la strada fino a Manhattan è ancora lunghissima.

Il mio amico Lloyd Blankfein, CEO di Goldman - The Vampire Squid - Sachs, ha da poco annunciato che la sua colossale banca medierà per 5 miliardi di dollari di esportazioni USA in Cina, nel trionfante programma detto The China-US Industrial Cooperation Partnership. Lo ha fatto con grande esaltazione della Potenza d’oriente, quando in realtà lui sa benissimo che bastano due dati per dirci che ancora la Cina ha le pezze al sedere, mentre Uncle Sam è fisso sul podio N.1 e ci rimarrà per tanto:

1) Nell’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU, che valuta tutti i maggiori parametri di benessere complessivo, gli USA sono al posto 10 al mondo, Pechino ancora miseramente langue al posto 90, in coda a Cuba o all’Algeria. La potenza militare USA rimane la pistola dello Sceriffo più potente del Pianeta di gran lunga, con 598 miliardi di dollari di budget nel 2016, mentre la Cina registrava un modesto 146 miliardi, e chi ha la pistola più grande… Ok.

Ma è una rapidissima gaffe di Lloyd Blankfein nella sua intervista che ci dice, e conferma, tutto questo. Io sono rapito dalla figura di quell’uomo, ne ho scritto, mi perdo letteralmente a fissarlo mentre parla, ma col volume muto, e penso a come vive, guarda, si sente un uomo così, che peraltro stava per morire di cancro pochi anni fa. Comunque eccovi il suo inciampo verbale rivelatore:

Il rapporto USA-Cina prende il primo posto oggi nella geopolitica, senza dubbio. Cosa abbiamo sul tavolo? Abbiamo la più potente economia del mondo che… ehm… Abbiamo le due maggiori economie del mondo che…

Uncle Sam, you are here to stay.


 


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