SALVATEVI. ROTHSCHILD NON E’
PADRONE DEL MONDO. I GOVERNI LO SONO.
Nell’immaginario di tanto pubblico c’è un errore tragico,
che peraltro devasta le reali possibilità delle opinioni pubbliche di
migliorare la propria vita. Si pensa, infatti, che gli agglomerati della
ricchezza privata siano padroni del mondo. I Rothschild! le multinazionali! i big
media! Balle. Non lo sono. Ci provano a esserlo, eccome che ci provano e con
ogni sorta di lobby, ricatto, corruzione. Ma la verità fondamentale rimane
questa:
I GOVERNI GLIELO PERMETTONO. MA, SE VOGLIONO, I GOVERNI SONO
ANCORA I PADRONI DEL MONDO. E QUESTO PUO’ ANCORA SALVARE NOI PERSONE.
Chiedetelo alla GlaxoSmithKline, quel tirannosauro da 24
miliardi di dollari all’anno, tutti in farmaci.
Domanda: perché questa nozione è di FONDAMENTALE importanza
da tenere a mente? Perché i governi sono sempre dipendenti dalle opinioni
pubbliche, anche se queste troppo spesso se lo dimenticano per viltà. Se ne
deduce, senza ombra di dubbio, che se è vero, ed è vero, che ancora i governi sono
i padroni del mondo, e se è vero, ed è vero, che essi risponderebbero alle
opinioni pubbliche se queste si facessero sentire, allora è vero che l’uomo e
la donna della strada hanno il potere ultimo, in realtà. Solo che come detto
prima non lo vogliono esercitare, e oltre tutto, sempre come detto prima,
s’immaginano che il padrone del globo è Rothschild, cioè il potere privato. NO!
NON LO E’!
Mi tocca sempre ripetermi, e stando solo un secondo col quarto
Barone Rothschild, Jacob, bè, sto tizio è di certo potentissimo, ma neppure lui
è riuscito a bloccare la mano dei politici, quando nel Trattato sovranazionale
che creò la BCE, cioè il TFEU, scrissero quel codicillo maledetto che mette
nelle mani della BCE il potere di bloccare qualsiasi mega banca in Europa. Il
codicillo si chiama Risk Control Framework.
Troppo complicato dirvi come funziona, ma state certi che le
mega banche qui in Europa hanno oggi una mina in pancia che le può far saltare
da un momento all’altro per volere politico, ma poi anche in USA per leggi
diverse. Il quarto Barone Jacob di certo può influenzare Mario Draghi, ma il
bottone rosso non ce l’ha. Ora domande delle domande: chi può riscrivere quel
codicillo? I governi. E chi elegge i governi in Europa? Ok, ci siamo capiti (bè
non in Italia da un po’ di tempo a sta parte, noi dobbiamo sempre fare la
nostra figuretta…).
E qui torno sia alla GlaxoSmithKline, che all’assunto
fondamentale di prima: I GOVERNI SONO ANCORA I PADRONI DEL MONDO.
La storia che segue lo conferma in modo spettacolare. Tutto
parte da un Tweet di Bernie Sanders, l’ex candidato alla Casa Bianca, che in
sti giorni si è messo a bersagliare i giganti del farmaco. Bernie si sveglia la
mattina e scrive un Tweet dove critica ad esempio la multinazionale Eli Lilly,
e le azioni di questa crollano. Qualche giorno fa ha sparato contro la
GlaxoSmithKline e di nuovo crash in Borsa di questa, ma su Glaxo è la storia
che c’è dietro che è forte, e che vi ho ricostruito per il tema in oggetto.
La Glaxo è un colosso, abituata a fare il bullo nel mondo da
sempre. Si presenta ai governi, agli amministratori sanitari, ai singoli medici,
e corrompe, impone terapie, ma fa anche di peggio, come tutte le sue colleghe
multinazionali. Allora un bel giorno la Glaxo arriva in Cina, alè, mazzette di
qua, regali di là, i suoi dirigenti fanno e disfano, come sempre. Ma a Londra
il N.1 della Glaxo, Andrew Witty, fa l’errore della sua vita, cioè non studia
geopolitica, e non si accorge che la Cina sta cambiando immensamente.
Xi Jinping, il Presidente, non scherza per un cazzo. E
allora ecco che iniziano i guai. Tutto parte dal whistleblower di turno, un
anonimo hacker che spedisce sia al governo di Pechino che a Witty a Londra
delle mail con una storia di corruzione da parte della Glaxo in Cina che fa
vomitare.
I top manager del colosso inglese in Cina pagavano mazzette
ad amministratori, a medici, attraverso prestanome in agenzie di viaggio, se la
spassavano con prostitute, e tutto a spese degli ammalati come al solito. E qui
la forbice si divarica. Mentre gli uomini di Xi Jinping quatti quatti si
leggono le mail, quel fesso di Witty e il consiglio d’amministrazione a Londra
se ne fottono, anzi. La Glaxo prova di tutto per insabbiare la cosa, assolda un
investigatore privato per depistare le prove, e non smette affatto di
corrompere, anzi, corrompe per comprare il silenzio dei cinesi. Bene, bravi, e
adesso inizia la festa.
Sono le 5 del mattino di un giorno d’agosto del 2013, le
porte dei lussuosi appartamenti dei top manager della Glaxo a Shanghai o
Pechino vengono sfondate, gli inglesi gettati a terra e scaraventati in pochi
minuti in fetide celle, fra cui il notorio palazzo 803 dove vengono interrogati
i dissidenti. La notizia arriva a bomba a Witty a Londra, panico totale.
I cinesi di Xi Jinping non scherzano un cazzo, le prove ci
sono ancor prima di interrogare sia i manager che l’investigatore privato
britannici, poi le confessioni degli arrestati vengono trasmesse in Tv, live. Le
prove sono così schiaccianti che Witty piega immediatamente la testa con una
conferenza stampa dove letteralmente, sto ultra potente amministratore di un
gigante mondiale, bela pietà e scuse.
Conseguenze: 500 milioni di dollari di multa alla Glaxo;
espulsione di alcuni manager fra sputacchi pubblici, e altri a marcire in
galera; la Glaxo corre sudando ghiaccio a riscrivere tutti i suoi codici di
condotta in Cina, e abbassa i prezzi dei suoi farmaci per Pechino; gli altri
colossi mondiali come Pfizer o Novartis immediatamente ripuliscono i loro
affari con la Cina; ma non finisce qui. Microsoft drizza le orecchie perché
messa sotto inchiesta dai cinesi; Disney trema; la Apple corre ad autodenunciarsi
per evasione fiscale in Cina; ma peggio…
… sull’onda del pugno duro del governo cinese, anche quello
americano ha trovato la forza di prendere a calci in culo i super colossi del
farmaco, come Pfizer, Eli Lilly, e di nuovo la Glaxo che si è vista arrivare un
verbale da Washington della bellezza di 3 miliardi di dollari per condotte
improprie. Bè, penso che Andrew Witty sia passato nell’arco di pochi mesi dal
tronfio ‘Rothschild del farmaco’ a una pecora zoppa che suda freddo la notte, e,
come lui, altri amministratori delegati delle più potenti multinazionali del
mondo.
Ora, si faccia attenzione. Uno potrebbe argomentare che la
Cina è ormai un tale mostro di potere che, assieme agli USA, il suo governo si
può permettere di sottomettere anche l’imperatore dell’universo. Ma no,
sbagliato. Anche la Svezia poteva fare esattamente ciò che ha fatto Pechino, e
per due motivi chiari.
1) Oggi se gli scandali vengono resi pubblici, e intendo nei
Paesi veri non ovviamente nelle terre di Totò e Peppino, vanno a impattare
mostruosamente sugli investitori che non ci pensano un attimo a fottere le mega
aziende o le mega banche in Borsa. Vi ho detto cosa fa Bernie Sanders la
mattina su Twitter, e i risultati.
2) Con sovranità monetaria il governo della Svezia, come la
Cina, non teme il ricatto economico tipico della multinazionale, che è “se mi tocchi ritiro gli investimenti”.
Semplicemente perché non esiste al mondo un potere economico di alcun tipo che
possa avere il potere di fuoco di una Banca Centrale in coordinamento col
Ministero del Tesoro. Ripeto: in condizioni di sovranità monetaria, una Banca
Centrale di un Paese benestante può, schiacciando un bottone, distruggere in un
pomeriggio la rivalità di Apple, Microsoft, Volkswagen, JP Morgan, Goldman
Sachs e Toyota messi assieme.
Quindi un governo che LO VOLESSE, POTREBBE SCHIACCIARE
QUALSIASI ROTHSCHILD DI QUALSIASI POTERE PRIVATO. PUNTO.
Perché non lo fanno più spesso? Troppa poca pressione dalle
opinioni pubbliche, cioè dagli inconsapevoli Imperatori del mondo. E allora
possiamo forse prendercela col quarto Barone Jacob Rothschild? Macché, siamo
noi, fessi vili orde di ebeti che sediamo su una miniera d’oro e pensiamo che
sia un bidè.
Darei una gamba per potermi filmare stasera a braccetto con Jacob mentre vi cantiamo “Cogliooooni, cogliooooni, cogliooooni del buco del cul, vaffancul vaffancul!!!!!!” e finale a pernacchie.
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