IL VERO POTERE 2.0
(ROUSSEAU 2.0). JAMMING LDLD.
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E’ stato l’altro giorno quando ho pensato alla faccia di
Marcel Proust di fronte a quell’editore che gli sputò “La sua Alle Ricerca del Tempo Perduto è una porcheria inpubblicabile”.
Proust aveva rivoluzionato la letteratura del suo tempo, ma fu stroncato perché
non era definibile entro uno schema. Poi, subito dopo, quando ho pensato alla
faccia di Michelangelo che stava sulla scala a scolpire il David, e due
Maggiorenti di Firenze si avvicinarono per imporre allo scultore il loro
controllo sull’opera. “Nooo, il naso, il
naso è fatto male. Deve assottigliare la parte destra, suvvia, è evidente”.
E Michelangelo scese dalla scala, guardò l’opera da sotto, poi si chinò a
raccogliere lo scalpello, ma nel farlo si prese in segreto un pugnetto di
polvere di marmo in mano; risalì la scala e tic… tic… tic… tic… si sentiva da
sotto, mentre lui fingeva di eseguire la modifica facendo cadere dal pugno della
mano un filo di polvere di marmo. “Ah!
Ecco, adesso va meglio”, sentenziarono i due e se ne andarono. Michelangelo
andava controllato, Firenze e la Chiesa temevano il suo potere creativo. E’
stato, ancora, pensare al volto di Ivan Illich quando fu richiamato a Roma dal
Vaticano, perché la vulcanica produzione di pensiero di quest’uomo stava
mandando all’aria il Centro Intercultural de Documentación in Messico, che
nelle intenzioni del Papa doveva servire il Potere, le Corporations (e quel
genocida di J.F. Kennedy) formando missionari compiacenti da seminare in
America Latina, e non certo seguire Illich che l’aveva creato e il cui verbo
andava ferocemente nella direzione opposta a quella degli alti prelati. Bè, è
stato con questi pensieri che mi è venuto in mente uno scorcio del Vero Potere
che non avevo considerato a sufficienza, il 2.0, come amate dire oggi. E si
parte dal seguente enunciato, leggete bene:
“Il bene supremo
della specie umana è la sua libera illimitata capacità Creativa. Essa la
distingue dagli animali, che rispondono a impulsi interni o a stimoli esterni e
null’altro. E perciò qualsiasi sistema che
limiti, codifichi, o inibisca la libera illimitata Creatività umana è da
considerarsi illegittimo, va ripudiato come tirannico, e può esistere solo
se è in grado di dimostrare la sua giustezza di fronte ai popoli”.
Pensate bene all’oceanica portata di queste parole. Ci
dicono che noi cittadini abbiamo il diritto di abbattere qualsiasi sistema politico, istituzionale, militare,
culturale che osi porre limiti alla dote degli individui di esprimere e agire
secondo la loro Creatività libera, illimitata. E ditemi: quale Stato,
ordinamento giuridico, o società strutturata accetterebbe oggi questo dogma?
Esso è portentoso e soprattutto sovversivo
fino all’inverosimile, varca di cento miglia le Costituzioni facendole sembrare
brodini tiepidi di diritti. Esso è Usain Bolt trasformato in pensiero, perché straccia
sulla linea del traguardo di un metro qualsiasi purosangue dell’intelletto
moderno. Non ho memoria di nessun intellettuale contemporaneo che si sia spinto
fin lì in pubblico oggi.
Bene, sapete chi le ha pronunciate quelle parole
esplosive? Un ‘babbione’ filosofo che ci fanno studiare al liceo mentre
sbadigliamo, col solito prof. passacarte che dice alla classe “Rousseau da pag. 78 a pag. 102, e giovedì
interrogo”. Sì, il prodigioso sovversivo di quelle parole fu Jean Jacques
Rousseau, qualcosa come 230 anni fa, nel suo Secondo Discorso sulla Diseguaglianza.
E il Vero Potere le udì, e ancora oggi le teme, a morte.
CREATIVITA’ illimitata
del pensare e agire, assieme alla RADICALITA’ delle idee (di cui ho trattato
ampiamente) sono in ASSOLUTO i due nemici mortali del Vero Potere. Se poi ci
aggiungiamo, come suggerì il filosofo francese, anche il diritto di distruggere
ogni sistema che inibisca CREATIVITA’ e RADICALITA’, arriviamo all’apogeo di
terrore nei Potenti. Come ho documentato nel caso della RADICALITA’ delle idee,
sono almeno 140 anni che il Vero Potere ne sente il terrore, e circa 40 anni fa
esso codificò le strategie per disintegrare, per far svanire, la RADICALITA’
delle idee anche nel più sinistrorso buco rimasto in Occidente, con successo
totale. Ma non avevo posto abbastanza l’accento sulla medesima opera di controllo
feroce del Vero Potere sulla CREATIVITA’,
cioè l’altro aculeo mortale di cui esso ha terrore. Gli esempi iniziali di
Proust, Michelangelo e Illich li ho messi per dire fin da subito che il sistema
di controllo delle menti libere creative non è prerogativa dei padroni del
mondo di oggi, esso è sempre stato, certo. Ma nella nostra epoca questo controllo
sulla libera CREATIVITA’ è ‘CHEMIOTERAPICO’, ce lo troviamo devastante ovunque
e a livelli capillari, che il Vero Potere ha studiato con la sua solita ammirevole
genialità repressiva. Ergo eccovi il Vero Potere 2.0, il cui controllo sulla
libera CREATIVITA’ io divido in due categorie:
A) Il controllo della Creatività in senso
ESPANSIONISTA
B) Il controllo della Creatività in senso RIDUZIONISTA
Nessuna paura, vi scrive il vostro Barnard, quello che
parla alla nonna, sarò semplice e non lunghissimo.
Il controllo della Creatività in senso ESPANSIONISTA è
quando il Vero Potere dà al cittadino l’illusione
che esistano luoghi di assoluta libera espansione della Creatività. La moda, il
rock, pop, punk, danza, la pittura e l’arte in genere, l’intrattenimento Tv, il
cinema, lo sport, sono alcuni esempi che mi vengono in mente. Bè, è ovvio: tutto
ciò che è show business, cioè
intrattenimento, cioè effetti visivi, è INNOCUO per definizione, e questo
il Vero Potere lo sa benissimo. Il motivo è che il Vero Potere ha perfettamente
capito che qualsiasi pericolosa deviazione CREATIVA dalla narrativa ufficiale
che però avvenga in queste categorie, non solo non porta a un accidente di
azione concreta successiva, ma anzi, per le caratteristiche di catarsi energetica-emotiva concentrata
nell’arco di poche ore dello show business (sport, concerti, mostre,
programmi Tv, film), essa, la deviazione creativa, SVUOTA l’individuo delle sue
pulsioni di rabbia, frustrazione, energia di lotta, indignazione ecc., quel
tanto che basta perché poi egli/ella torni quotidianamente alla cotoletta, al divano,
alla prudenza e alla rassegnazione. In queste istanze la libera illimitata CREATIVITA’
è quindi resa innocua, e ci può anche stare.
Non mi dilungo in esempi, ma guardatevi un concerto
dei Muse nella canzone Uprising (Rivolta), per esempio al LCCC Manchester 2010:
mozzafiato il tornado di ‘rebellion’ che prende le decine di migliaia di
ragazzi presenti, pugni chiusi sbattuti in aria, grida furenti contro il
Potere, un trilione di Watt impazziti li scuotono, a vederli sembra che domani
prenderanno d’assalto il Palazzo… ma invece
si sfoga tutto lì, e lì tutto finisce, perché la mattina dopo c’è il
lavoro, o c’è l’esame da dare e il prof. è meglio non sfidarlo troppo, e papà e
mamma che poi ti tagliano la paghetta se ‘sbrocchi’... E quindi tutti sti Che
Guevara per una sera si sono sfogati nella catarsi emotiva del ‘concerto rebellion’
e poi svaniscono nel nulla. Come scrisse Barnard, “… e nessun padrone del mondo sposta le sue scarpe da 5.000 dollari
dalla scrivania a Manhattan o a Francoforte. Tranquilli”.
O Lady Gaga agli Oscar 2016: da lacrime e brividi, da magone
e poi quel senso di Siiiiiiiiiiiì Mai Piuuuuuuuù la violenza sulle donne!!!!
Poi, chi veramente è disposto già la mattina dopo a rompere il muro dell’omertà
sugli abusi sessuali nei Campus, nei luoghi di lavoro, e soprattutto nelle
famiglie? Chi dei milioni di emozionati da Gaga si gioca poi qualcosa per
questo? Lo 0,5% se va bene, tutti gli altri, asciugate le lacrime dopo il calo
del sipario, tornano inerti, hanno sfogato quei 6 minuti d’indignazione e sono
a posto. E lo stesso è la discussione radical-chic a cena dopo la mostra
dell’artista shock, o dopo il film-denuncia. Il culo non se lo giocherà nessuno
la mattina dopo, basta e avanza la retorica sdegnata davanti al carpaccetto col
tartufo e Chianti, e di nuovo si sentono a posto. Nessuno in America è mai
diventato Malcom X dopo aver visto una mostra del ‘creativo senza limiti’ Robert
Mapplethorpe… Questo la dice lunga sulla Creatività in senso ESPANSIONISTA
gentilmente concessaci dal Vero Potere.
E ancora: Beppe Grillo è in questa categoria. E’ stato
attentamente studiato, e cosa sono i boati gastrici in tripudio di folle del
comico se non proprio valvole di sfiato
entro poche ore per rabbie popolane che potrebbero invece, se covate e meditate
a lungo, portare a una vera ‘rebellion’? Grillo sta a capo di un esercito
d’idraulici comodi idioti al soldo del Vero Potere, che ogni volta che il
‘boiler del popolo’ sta per esplodere, intervengono ad aprire 2mila valvole per
sfiatarlo, fino a renderlo di nuovo innocuo.
L’uomo dalle scarpe da 5.000 dollari è magnanimo nel
concedervi in queste istanze tutta la Creatività che vi pare. Vi controllano
proprio con essa, svuotandovi le energie della lotta fornendovi valvole di
sfogo scintillanti, emozionanti, ma che SEMPRE siano brevissimi scoppi di
fuochi di carta colorata, dopo i quali vi riconducono nel pollaio. Non creatori
di trincee per le strade delle nostre città. Quello mai.
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Il controllo della Creatività in senso RIDUZIONISTA è invece
ben altra cosa. Qui bimbi non si scherza un cazzo, chi sgarra in CREATIVITA’ fuori
dei recinti spinati del Vero Potere è un cittadino morto. L’ISIS gli fa una
pippa alla totale ferocia dell’uomo dalle scarpe da 5.000 dollari se scorge in
qualsiasi angolo del mondo un seguace di Rousseau, e/o un vero radicale nelle
idee.
Uso il termine RIDUZIONISTA proprio perché qui il Vero
Potere ha invece lavorato per recintare le possibilità creative in spazi da
campo di concentramento, e vigilati come un campo di concentramento. Pensate
alla politica, cioè all’arco costituzionale dei partiti. Non sto qui a narrare
i dettagli che richiederebbero volumi, ma pochi sanno che agli inizi del
novecento le rappresentanze politiche erano centinaia in ciascuno dei maggiori
Paesi occidentali; negli USA poi erano in maggioranza socialiste radicali
(sic), in Europa il fermento faceva impallidire un termitaio. Ho le lettere che
mio nonno si scambiava col giovane Mussolini, e dove la lista citata delle
riviste letterarie politiche, dei circoli anarco-sindacalisti, delle correnti
hegeliane o nazionaliste è impressionante. Dove sono oggi? Infatti il lavoro di
RIDUZIONE delle possibilità di queste formazioni di essere udite e affermarsi, cioè
il lavoro di RIDUZIONE del loro potenziale CREATIVO libero, iniziò implacabile.
Qui il metodo di propaganda inventato da Edward
Berneys (USA) fu essenziale, a braccetto con l’avvento della diffusione
mediatica delle idee, ovviamente ad appannaggio solo di poche formazioni ricche
che se la potevano permettere. Gli anni ’80 hanno visto questa campagna di
RIDUZIONE della rappresentanza politica accelerare in modo fulmineo anche in
Europa. L’Italia fu presa nel mirino, col solerte aiuto del PCI poi PDS, quando
ci fecero sentire dei buffoni perché noi avevamo i ‘partitini’. Ma cosa c’era
di così pericoloso nei ‘partitini’? Esattamente ciò che era pericoloso nelle
centinaia di rappresentanze sopraccitate dei primi del ‘900, semplice: lì
dentro potevano nascere idee CREATIVE sovversive per un semplice calcolo
probabilistico: più ce ne sono più
possono deviare dalla narrativa del Vero Potere. Furono spazzati via, e
anche noi siamo ora ‘ammaragani’, col bipartitismo, o al massimo con un
tripartitismo, che domina, anche se ancora non abbiamo completato l’opera di
azzeramento totale della rappresentanza frazionata.
Come ho più volte scritto, la chemioterapia RIDUZIONISTA
delle rappresentanze politiche operata dal Vero Potere ci ha messi oggi davanti
a schede elettorali dove l’unica scelta è fra lo SCHIFO e l’ORRORE, cioè “vota
questo puzzone, perché l’unico altro realisticamente possibile è anche peggio”.
E in questo modo è stata sancita la vera Fine della Storia. Anche dovesse
esistere ancora qualche sacca di rappresentanza politica capace di libera
CREATIVITA’ a la Rousseau, chi cazzo la vota sapendo che al massimo va a prendere
uno 0,1%, e sapendo di sottrarre così voti allo SCHIFO, per cui poi trionferà
l’ORRORE? Ci blocchiamo di fronte a questo ricatto, e il 99% di voi ci casca.
La Scienza. Nella scienza, e badate bene che qui
parliamo di qualcosa di altrettanto cruciale della politica, il lavoro di
disintegrazione della CREATIVITA’ libera illimitata è stato un bombardamento a
tappeto, sempre nel senso RIDUZIONISTA. Per chi non lo sa, è bene riassumere
come funziona oggi la ricerca e produzione d’ipotesi scientifiche, l’affermazione
poi di cure mediche, applicazioni tecnologiche, insomma, di cose essenziali per
tutti gli umani. Qui il Vero Potere ha agito col solito sistema: i finanziamenti
pubblici sono stati ridotti agli spiccioli del caffè usando il fantasma della
crescita del debito pubblico. I veri fondi sono erogati da Fondazioni
controllate da banche o dai colossi multinazionali privati. Là dove (ad es. il
MIT americano) i fondi per le ricerche sono ancora pubblici in parte (il
Pentagono spesso), i brevetti sono poi sempre acquisiti (regalati a due soldi) dal
settore privato. Ergo il CONTROLLO sulle idee creative è feroce, perché
controlla chi paga, cioè il Vero Potere. Ma peggio: sappiate che lo scienziato
che formula ipotesi di ricerca, e magari in rarissimi casi sono proprio idee
creative sovversive del sistema dominante, deve però sempre passare, per essere
udito, dalla ‘pubblicazione scientifica’. Ma qui sta il tranello mortale: si
chiama Peer Review.
Cosa significa? Questo: io ricercatore Joe pongo alla
comunità scientifica una mia scoperta o ipotesi (tali da portare poi a cure o
tecnologie ecc.), ma per poterla pubblicare e quindi essere preso sul serio,
devo prima passare dall’esame della mia scoperta/ipotesi da parte dei miei
‘pari’, cioè di altri scienziati affermati, la Peer Review appunto. Ora, ci
arriva anche un tonno: mettiamo che Joe abbia CREATIVAMENTE intuito qualcosa
che SOVVERTE gli interessi di miliardi di dollari del Vero Potere (non parlo
qui del cancro però), ma che sarebbe di beneficio a noi popolo; credete voi che
i ‘pari’ di cui sopra, cioè ricercatori e docenti che devono il culo e le
cattedre ai finanziamenti del Vero Potere, gliela promuovano? Dai, non perdiamo
del tempo. Ed ecco quindi che anche in tutta la sfera della scienza moderna
esiste una doppia gabbia RIDUZIONISTA feroce (finanziamenti e Peer Review),
perché la posta in gioco qui è stratosferica. Ciò che passa, nella totalità dei
casi, è solo ciò che non sovverte interessi dei gruppi di potere.
Ma questa è la fine della scienza stessa, che è nata
proprio perché qualcuno osò fare ipotesi CREATIVE LIBERE E SOVVERSIVE rispetto
ai dogmi medievali. Galileo fu un genio non solo perché intuì cose che la
matematica e la fisica d’allora gli suggerivano in seguito a evidenze cosmiche,
ma soprattutto perché si mise a sperimentare ipotesi che apparentemente non
avevano senso. Galileo aprì la ‘stalla della creatività’ e permise ai buoi di
andare ovunque all’impazzata. A momenti ci ha rimesso la pelle allora, ma almeno allora se ne parlò. Oggi il RIDUZIONISMO
lo avrebbe fatto fuori senza neppure un minuto di visibilità, non ne avremmo
mai sentito parlare di Galileo, oggi.
Bè, da qui non si può che saltare, ma rapidamente
perché ne ho già parlato, all’altra sanguinaria arena del RIDUZIONISMO, cioè
tutto il sistema pedagogico, scuola e università. Mio Dio! Oggi il bambino che
esplode di energia e rifiuta di essere imbalsamato su un banco a imparare cose
che annoierebbero un calamaro – oh no! chissà mai che questo non diventi un
essere pensante e quindi PERICOLOSO, sovversivo – bè quel bambino viene
etichettato Attention Deficit Hyperactive Disorder (ADHD), ha cioè una
patologia, dicono, e lo imbottiscono di Ritalin, che è un’anfetamina. L’altro
piccolo il cui cervello ha magari sacche di geniali funzioni ma che non
riconosce bene lettere e numeri è Dislessico, dicono, e viene
istituzionalizzato nei noti, ma certamente gentili, modi, perché anche lui
chissà mai che non ci diventi un Garry Prouty (genio sovversivo della
psichiatria odiato dal Potere, ma non sapeva contare il resto al bar), o un
Pablo Picasso… sapete, uno che imbarazzò tutta la Spagna franchista del dopoguerra
quando a New York, in presenza delle autorità e del governo tedesco di Willy
Brandt, tutti al cospetto del dipinto Guernica, i tedeschi esclamarono “Potente, questo l’ha fatto lei?”, e
Picasso rispose: “No, l’avete fatto voi”…
Oggi non DEVE SUCCEDERE, chiaro? E la
scuola provvede.
Delle università dico una sola cosa, breve. Nel
paragrafo più sotto ricordo chi impartì l’ordine di ‘sequestrare’ le università
dal fermento CREATIVO degli anni ’60, e purtroppo il suo successo seguente fu
tragico. Oggi negli atenei il baronato trionfa e ogni parvenza di rapporto
inter pares fra studenti e docenti è una farsa da toelette di treno. Ma qui il
RIDUZIONISMO del Vero Potere ha operato una cancellazione storica spettacolare,
mirata alla chemioterapizzazione di ogni possibile cervello sovversivo. Sono
oltre 70 anni che il principio educativo che cito sotto esiste, e per bocca di
fior di cervelli (Chomsky, Pinker, lo stesso Illich):
L’INSEGNAMENTO DI UNA MATERIA UNIVERSITARIA DEVE
ESSERE MIRATO INTERAMENTE AD INVITARE
GLI STUDENTI A FARLA A PEZZI, SMONTARLA, ANALIZZARLA CON FEROCIA CRITICA,
CONTESTARLA A MORTE, FINO A UN PUNTO DI OMEOSTASI.
Giuro che sto sghignazzando amaro a pensare a quale fagotto di prof. universitario oggi segua questa legge prodigiosa. Sghignazzo perché anche se dai fagotti prof. ne uscisse uno che appena accenni a farlo, lo troveremmo in fondo a un pilone di cemento di un cavalcavia appaltato alla Mafia. Sono quindi 70 anni che ci hanno detto come l’istruzione può creare Cittadini con quella C maiuscola. Ma no, il RIDUZIONISMO del Vero Potere vi ha cavato gli occhi su questo, vi ha strappato i timpani. Ne avevate mai sentito parlare? Esiste fra i lettori un singolo studente o ex studente che si ricordi il suo prof. così: “Bene, questo è quanto. Vi rivoglio qui tutti, uno dopo l’altro, giovedì prossimo a dimostrarmi che oggi vi ho insegnato una mucchia di cretinate, o che i miei fatti o i dati non hanno senso, che ho platealmente sbagliato su quell’autore, che sono un produttore di propaganda e non un insegnante. Ok? A rivedeci qui”. Anyone?
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