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9. LE FAVOLE DI BARNARD PER I BIMBI DEI LETTORI

 

BIMBI! Questa storia è stranissima, bè come tutte le storie che conosco. Ascoltate. C’era una volta un virus…….. MA ERA UN VIRUS BUONO! Sapete bimbi, i virus sono esseri piccolissimi, così tanto piccoli che con gli occhi non si vedono, ma sono pericolosi, molto. Quando entrano nel corpo di una persona, essi la fanno ammalare, e purtroppo a volte anche morire! Tutti i papà e le mamme, e tutti i dottori, sanno che i virus sono cattivi, e i dottori usano tante medicine per combatterli. Ok?

Ma per una beffa della natura, capitò che un giorno ci fu un virus BUONO. Si chiamava Pollino, il virus buonino. E Pollino era tanto solo. Lui non voleva vivere con gli altri virus cattivi, lui voleva bene agli uomini, alle donne e ai bambini, lui gli voleva fare del bene, non del male. Ma era l’unico in tutto il mondo a essere Pollino il virus buonino. Infatti fu cacciato via dalla città dei virus cattivi e viveva nascosto dove poteva. Nascosto perché era un virus e la gente non sapeva che lui era buono, quindi se i dottori lo avessero trovato, essi lo avrebbero ucciso. Povero Pollino, il virus buonino…..

Preso dalla disperazione, Pollino decise un giorno di andare a parlare col più famoso dottore della città, il dottor Dottorius. Lo trovò in un grande studio dell’ospedale, pieno di quadri antichi e tanti tanti libri. Pollino gli saltò sulla scrivania, mentre il dottor Dottorius coi suoi occhiali spessi leggeva e meditava su come curare la malattia della tristezza, che sapete bambini, è una malattia che non si sa da dove venga, ma che rende la gente triste e la loro vita grigia. Pollino, il virus buonino, ebbe un sobbalzo, perché lui era talmente buffo che era certo che avrebbe curato quella malattia! Il dottor Dottorius diceva fra sé e sé “Uhmmmm… interessante. Questa malattia della tristezza non si cura né con la cioccolata, né con le vacanze, né con i regali, né con i soldi! Uhmmmmm… devo trovare la cura, devo pensare tanto”, e il suo volto si fece serio serio. A quel punto Pollino con la sua vocina esclamò: “Dottore, io posso aiutarla! Sono un virus buono e buffo e se entro negli uomini li farò……..” ma non ebbe neppure il tempo di finire la frase che il dottor Dottorius si mise a gridare in tutto l’ospedale: CORRETE! Presto, portate le medicine, c’è un virus sul mio tavolo, va uccisooooooooo! E fu un tumulto di medici e d’infermieri, tutti armati di cose per uccidere il povero Pollino, il virus buonino.

Pollino fuggì precipitosamente, e l’unica cosa che poté fare fu di buttarsi nella tazza del bagno, per scomparire giù nelle fogne della città. Immaginate bimbi: si trovò a vagare in quel posto puzzolente e buio, triste, solo, e pianse.

Poi, per un puro caso risalì per i tubi dei bagni di una casa e sbucò nel bagno di una famiglia. Era notte. Pollino, il virus buonino, si lavò per bene, e poi approfittando che tutti erano a letto, si mise a girare per casa. In una stanza c’era un lettino e vi dormiva un bimbo, ma non era un lettino normale, e quel bimbo era tanto pallido e magrino. Poi su un tavolo c’erano tante tante medicine, e siringhe, e disinfettanti. Pollino capì subito che quel bimbo era gravemente ammalato, poverino. Ma mentre pensava queste cose, venne mattina, e la mamma del bimbo si svegliò per fare la colazione. Pollino guardò ancora quel bimbo con la luce del sole, e fu certo: il piccolo stava tanto male, stava per morire! Allora corse nella cucina e saltò sul tavolo dove la mamma del bambino ammalato beveva il caffè. “Signora mamma!” esclamò Pollino, “Io sono un virus tanto buonino e voglio aiutare il suo bambino!”. La donna non sapeva da dove veniva quella voce, e allora prese una lente d’ingrandimento e guardò sul tavolo. E vide il piccolissimo virus Pollino, che tentò di fare le faccette buffe e i saltelli allegri. Ma la donna fu come impazzita e gridò: “Vattene virus maledetto, i virus stanno uccidendo il mio figlioletto! Vatteneeee!” e cercò di schiacciarlo con la mano. Ma Pollino fuggì e si nascose sotto al frigo.

Vi restò fino a notte fonda, e poi uscì. “Non mi arrendo! Quel bimbo non deve morire” pensò risoluto, e si diresse nella stanzetta del povero piccolo ammalato. Lo trovò ancora più debole e pallido. Era gravissimo. Allora Pollino, il virus buonino, a passi delicati gli entrò nel nasino, e dal nasino giù dentro il suo corpo, fino al suo cuore di bimbo. Quando arrivò, Pollino vide un cuore ormai piccolo piccolo, che batteva piano, tanto tanto debole, e attorno ad esso un esercito di virus cattivi che gli facevano male. Mamma mia! Devo subito fare qualcosa, pensò, e non sapendo da dove cominciare, gridò: “Virus cattivi, lasciate in pace il cuore del bambino, ve lo ordino!” Ma bimbi, immaginate: tantissimi virus cattivi si girarono verso Pollino il virus buonino, che era cicciotto, aveva gli occhi grandi da buono, e la guanciotte come se avesse dieci merendine in bocca. I cattivi virus si misero a ridere, e si avventarono su di lui dicendogli: tu ora muori!

Oddio bimbi! Oddio! Ma Pollino era furbo, e gli disse: “Va bene, morirò, ma concedetemi un ultimo desiderio”. I cattivi dissero di sì, erano curiosi. Allora Pollino chiese di potergli raccontare delle storielle e delle barzellette. “Ehhhh????!!!” gracchiarono i virus neri e cattivi, “Va bè, fai pure, ma sbrigati, devi morire!”. E quello che successe dopo fu incredibile, incredibile bimbi!

Pollino, che era veramente tanto ridicolo, si mise a raccontare delle barzellette e delle storielle talmente buffe, e faceva delle faccine talmente buffe, che tutti i virus si misero a ridere come pazzi. Ma come pazzi, e si rotolavano dal ridere tenendosi la pancia. Con tutto quel trambusto, il cuoricino ammalato del bimbo si svegliò, e indovinate, rideva anche lui. Poi fu la volta della pancina del bimbo, e anch’essa venne a vedere, ma non vi dico come rideva anche lei. Poi il sangue del bambino corse lì per non perdersi lo spettacolo, e si divertiva così tanto a sentire e a vedere Pollino il comico che si mise a correre su e giù per il corpo del bimbo, che da pallido tornò a essere bello rosa. Ma la cosa incedibile fu che lo stesso bimbo ammalato, che non sapeva cosa stava succedendo dentro al suo corpicino, si svegliò e sentì che voleva ridere. E rise, e rise, sempre più forte. A questo punto, accadde la cosa più bella…

Pollino era scatenato, faceva così ridere che…… credetemi bambini, tutti i virus neri e cattivi SCOPPIARONO dalle risate, e morirono tutti. Di colpo il cuore dei bimbo era libero da quei perfidi virus, ed era di nuovo sano. Prese a braccetto Pollino, il virus buonino, e si misero a ballare. Intanto là fuori, nella stanza, il bimbo era sveglio e allegro da matti, e rideva rideva! La sua mamma corse da lui con papà, e strabuzzarono gli occhi come se avessero visto un dinosauro vestito da Babbo Natale! Il loro bambino che solo il giorno prima era pallido come un muro bianco e sul punto di morire, ora saltellava sul lettino ridendo e di color rosa e con le guanciotte rosse come fragole! “Un miracolo!” gridò la sua mamma, “Un miracolo!” ripeté il suo papà. E lo abbracciarono felici.

Corsero i dottori, capitanati dal dottor Dottorius, e quando videro quel piccoletto guarito e intento a mangiare una fetta di pane burro e marmellata grande come una pizza, rimasero ammutoliti. Se ne andarono mugolando “Misteri! Misteri della scienza…. Mmmmm”.

Intanto laggiù, dentro il corpo del bimbo guarito, un buffo virus e un piccolo grande cuore si tenevano abbracciati e continuarono a danzare al ritmo dei battiti. E ogni tanto, Pollino, il virus buonino, raccontava un’altra storiella e faceva le buffe faccette, e tutti ridevano.

Il bimbo tornò a scuola, e fu accolto dagli amichetti e dalle amichette con una grande festa, e anche dalla maestra. Solo che… ogni tanto quel bimbo scoppiava a ridere e nessuno capiva perché, neppure lui. Sapete bimbi cos’era? Era Pollino il virus buonino che ne aveva raccontata una buffissima, là dove ora stava, cioè dentro il petto del bimbo col suo nuovo amico… del cuore...

(NOTA: tutte le favole di Barnard sono di sua invenzione esclusiva e coperte da Copyright)

 


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