Da una mia mail inviata all'agenzia di stampa Infopal nell'ottobre 2007.

 

"I convegni sulla Palestina stanno diventando immorali. Sono ormai rituali identici dove ci parliamo addosso e che falliscono sempre la meta, mentre laggiù si soffre da cani. Non capisco a che serva ascoltare il palestinese numero 5.000 dopo averne ascoltati 4.999 e la denuncia numero 5.000 dopo la 4.999, perché i convegni si risolvono sempre così, tante chiacchiere furibonde (zuppe della solita retorica palestinese) e poi tutti a casa. Basta. Laggiù non hanno più tempo per sta roba.

 

Serve urgentemente la fase operativa della creazione del consenso fra gli italiani sulla VERITA’ STORICA di quanto realmente acccaduto in Palestina, secondo le seguenti linee:

 

1) La creazione di una compagine italiana superpartes (no palestinesi in essa) che esuli del tutto da qualsiasi affiliazione politica in Palestina e in Italia, che annulli ogni individualismo di lotta e si unisca attorno a un'unica meta.

 

2) L’unica meta sarà di RIBALTARE LA NARRATIVA sulla Storia del conflitto arabo-ebraico, raccontando agli italini SOLO ciò che accadde in Palestina a partire dal 1897 fino al 1951. Con un unica fede: SENZA LA VERITA' STORICA NON CI SARA' MAI LA PACE.

 

3) Rifiutarsi quindi di dialogare su qualsiasi avvenimento successivo, se non dopo una esaustiva rappresentazione del 1897-1951. Rifiutarsi di esprimersi su Hamas o Fatah se non dopo una esaustiva rappresentazione del 1897-1951. Rifiutarsi di esprimersi sul terrorismo palestinese se non dopo una esaustiva rappresentazione del terrore sionista dal 1944 in poi. Questo perché nessuno può comprendere l’entità della MENZOGNA che ci hanno raccontato sul conflitto israelo-palestinese se non conosce cosa accadde in Palestina a partire dal 1897 fino al 1951. Ho piena fiducia nel fatto che se le opinioni pubbliche venissero a conoscenza di quegli avvenimenti, i mendaci tavoli del dibattito odierno sul processo di pace salterebbero in aria all’istante, e vi sarebbe una inarrestabile pressione verso una giustizia vera in Medioriente. Finalmente la pace.

 

4) Creare dunque materiale divulgativo chiaro e fruibile, film, dvd, animazioni, libretti di 40 pagine al massimo, tutto centrato SOLO ciò che accadde in Palestina a partire dal 1897 fino al 1951. Poi fare conferenze in scuole (soprattutto), parlare nei circoli ricreativi, ospedali, posti pubblici, fare tavoli per strada, negli ipermercati, nei dopolavoro ecc. Essere ferratissimi contro l’accusa di antisemitismo (vedi mio libro) e ribadire sempre la sopraccitata fede.

 

5) Essere uniti e disciplinati attorno a questi semplici punti, da Torino a Palermo, e rivolgersi per il 99% agli italiani semplici.

 

6) I palestinesi, israeliani dissidenti, e i testimoni vari vanno usati solo come note bibliografiche. Fornire sempre note bibliografiche della controparte e lasciare alle persone le conclusioni.

 

Questo e solo questo ha senso oggi. Ma siccome è risibile che i presenti gruppi italiani pro-Palestina possano fare una cosa del genere, io me ne sto a casa.

 

Grazie dell’invito comunque. Barnard"