SE DAVID CAMERON
CHIAMAVA, RENZI SI SALVAVA.
L’ex PM inglese David Cameron avrebbe potuto salvare Renzi
con una telefonata. Tutto quello che gli doveva dire era questo: “Matt, guarda che indire un referendum su cui
ti giochi la testa dopo che hai toppato su tutte le cose che contano coi tuoi
elettori, non è una gran bella idea”.
La chiamata non è mai giunta, la testa di Renzi è rotolata,
così come quella di Cameron poco prima.
Le similarità dei due casi sono così impressionanti che è
pazzesco non averle viste sulle prime pagine internazionali.
Allora, sia Cameron che Renzi avevano a che fare con quella
cosa immonda chiamata UE.
Cameron aveva finto di alzare la testa qualche volta contro
Bruxelles ma solo cosmeticamente per infinocchiare gli inglesi, e Matteo
esattamente uguale.
Cameron alla fine aveva ignorato la rabbia degli inglesi
contro la UE, Renzi pure, anche se quei fessi degli italiani si lamentano delle
frustate economiche di Bruxelles credendo però che sia la Casta, ma la sostanza
non cambia.
Cameron aveva promesso agli inglese di mantenere gli impegni
di interesse nazionale in una ‘singolar tenzone’ contro la Merkel su cose come
i Bailout, le Direttive sulle ore di lavoro, il Welfare agli immigrati, e il
cartellino rosso alle regole europee più demenziali. Partì per la sua missione
in UE e tornò bastonato fradicio.
Renzi fece lo stesso per 33 mesi di fila, fra l’altro con
l’abito di cheerleader coi pon-pon pro Merkel che indossava già da sindaco di
Firenze. Tutto quello che ha riportato a casa è stata solo altra miseria per
milioni di famiglie italiane. I dati ve li do fra poco.
Risultato: due teste mozzate dalla furia popolare in due
referendum. Entrambi avevano tradito tutte le promesse e leccato solo culi negli
executive offices d’Europa.
Ma voglio essere chiaro su una cosa: solo Travaglio, dal suo
osservatorio nel ristorantino di Milano dove consuma il carpaccetto all’aceto
balsamico, può credere che la vittoria del NO simboleggi i Gran Italiani a
petto nudo per difendere la Costituzione. Puttanate. Forse lo 0,4% dei votanti
sapeva cosa c’era scritto nella Boschi, sempre che sapessero cosa c’è scritto
nel riassunto Wikipedia della Costituzione.
La verità è che il NO viene da milioni di cittadini furiosi
fino all’odio con quel fesso fiorentino che prometteva ma ha solo leccato culi
negli executive offices d’Europa, per lasciare a chi già aveva, ma togliere a
chi già aveva troppo poco. Guardatevi la mappa del NO.
Infatti il giorno prima del referendum, il CENSIS aveva
pubblicato questi dati, roba da far piangere:
- Le Austerità, mai veramente sfidate da Matteo
Renzi “hanno lasciato 11 milioni di
italiani a rimandare esami diagnostici o a cancellarli del tutto”.
- “I poveri
assoluti in Italia sono oggi 4.5 milioni”.
- “I
risparmiatori italiani accumulano ma NON spendono perché terrorizzati dal dover
pagare di tasca propria i servizi essenziali”, cosa che funzionava
all’incontrario prima dell’Eurozona.
- “Gli
anziani si tengono stretto ciò che hanno accumulato dagli anni ’70, i giovani
non hanno nulla”, il CENSIS scrive esattamente la parola NULLA. I giovani
sono “intrappolati in mini-lavori a
bassissimo reddito e zero produttività a causa del Job Act di Renzi”, che
come denunciai a La Gabbia fu scritto quasi del tutto dalla lobby Business
Europe a Bruxelles.
- “La
classe media italiana sta scomparendo sotto la ritirata degli investimenti”.
In più, aggiungo, Renzi ha lasciato il 50% delle
pensioni sotto i 1.000 euro al mese, ha regalato solo mance di Nano-Economia
spostando eurini da un salvadanaio all’altro, la produzione industriale italiana
è collassata al 22% nel 2016, il dato peggiore dal 2007, e il PMI Index delle
aziende è al punto più basso da 2 anni.
La verità è che a Renzi non glien’è mai fregato
un cazzo dell’Interesse Nazionale. Infatti la sua Eminenza Grigia in economia,
Yoram Gutgeld, era un ex executive della McKinsey con l’ossessione della Spending
Review di Bruxelles piantata in testa..
Alla fine gli italiani più dimenticati hanno
impiccato Renzi in piazza. Goldman Sachs ha ieri pubblicato questa frase in un
suo paper agli investitori: “Il rapporto
fra la disoccupazione giovanile in ogni
data regione di voto e il voto NO è incredibilmente diretto”.
E state attenti: questi sono gli stessi italiani
che nelle europee del 2014 avevano dato a Renzi un trionfo. Cosa cazzo ha
combinato in soli 2 anni e un po’? Semplice: non ha mantenuto nulla, perché
l’uomo di Bruxelles gli diceva sempre NO.
All’elitista politically correct e fuck you-populisti Presidente
Obama ci sono voluti 8 anni per distruggere il Partito Democratico americano.
All’elitista politically correct e fuck you-populisti Matteo Renzi sono bastati
33 mesi a distruggere il PD italiano. Indovinate dove sta la differenza: l’America
non è in Europa, Obama ce l’ha dovuta mettere proprio tutta!
Bè, in sti giorni i tanto disprezzati populisti stanno
insegnando delle lezioni al mondo, anche se in modo caotico, e capita che però
siano i populisti a soffrire dal lunedì al lunedì tutto l’anno. La tragedia è
che la politica non ascolta, e allora sarà ‘blood in the streets’, eccome,
prima o poi eccome…
p.s. Non da noi, dove con una detrazione fiscale sul gratta e vinci il PD tornerà al 40%. Garantito.
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